Open Access

L’Open Access (OA) è un movimento che nasce negli anni ’90 del secolo scorso all’interno del mondo accademico la cui idea di fondo è semplice: mettere la letteratura scientifica e i risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici a disposizione della comunità, in modo digitale, gratuito, permanente e libero dalla maggior parte delle restrizioni imposte dalle licenze per i diritti di sfruttamento.

Removing permission barriers means that scholars are free to use or reuse literature for scholarly purposes. These purposes include reading and searching, but also redistributing, translating, text mining, migrating to new media, long-term archiving, and innumerable new forms of research, analysis, and processing we haven’t yet imagined. (Peter Suber, OPEN ACCESS, The MIT Press Essential Knowledge Series, 2012)

I vantaggi
L’OA offre vantaggi significativi tanto per gli autori quanto per i lettori:

  • maggiore visibilità e impatto della produzione scientifica che si traduce in un pubblico di lettori più ampio. Ne consegue una maggiore disseminazione del proprio lavoro e un maggior numero di citazioni;
  • diffusione immediata dei risultati delle ricerche, accelerazione nel processo di creazione della conoscenza. Entrano in gioco infatti nuove modalità per valutare la diffusione e l’impatto di una singola ricerca: il numero dei download effettuati (per stabilire l’entità del pubblico raggiunto), la diffusione dell’articolo sugli academic social network;
  • peer-review trasparente ed efficace. L’OA è compatibile con ogni tipologia di peer-review, garantita in forme spesso più aperte e innovative;
  • maggiore facilità di accesso ai dati e ai risultati della ricerca scientifica rispetto agli articoli accessibili solo in riviste a pagamento.

Esistono due diverse tipologie di Open Access, così come Stevan Harnad, Professore alla University of Southampton e uno dei principali promotori di OA, le ha definite:

  1. GOLD OPEN ACCESS
    L’autore pubblica i risultati della propria ricerca scientifica in una rivista Open Access (Journal), che li rende immediatamente accessibili alla comunità. Le riviste OA sono peer-reviewed, così come le riviste convenzionali. Visita DOAJ per consultare gli articoli pubblicati in riviste o DOAB per le monografie ad accesso aperto.
    In alcuni casi viene richiesto il pagamento di un Article Processing Charge per la pubblicazione dell’articolo o per le spese di edizione della monografia.
  2. GREEN OPEN ACCESS
    L’autore diffonde gratuitamente il proprio articolo depositandolo in Archivi Aperti (Repository). Generalmente, gli archivi non dispongono di una peer-review interna, al contrario dei Journal.
    Due tipi di archivi:
    – tematici: raccolgono tutta la produzione scientifica in uno specifico ambito;
    – istituzionali: raccolgono tutta la produzione scientifica di un singolo istituto (un ateneo, un centro di ricerca, etc.).
    L’autore può definire le condizioni di accesso all’articolo in base alle condizioni definite con l’editore insieme a quelle di riutilizzo dell’articolo in base ai diritti d’uso che possiede.
    In caso di Green OA, non sempre è possibile depositare la versione pubblicata dell’articolo, alle volte solo una sua versione precedente, come il pre-print. Inoltre, alcuni editori definiscono un periodo di embargo, prima del quale non è possibile rendere pubblicamente accessibile l’articolo neppure in un repository istituzionale.

Mentre Gold e Green Open Access fanno riferimento alla modalità di pubblicazione dell’articolo o della monografia, altri due termini sono fondamentali per meglio definire l’ambito dell’Open Access in correlazione alle caratteristiche dell’articolo pubblicato in OA.

  1. GRATIS OPEN ACCESS
    Rimuove esclusivamente le barriere di costo
  2. LIBRE OPEN ACCESS
    Rimuove le barriere di costo e una buona parte delle restrizioni imposte dalle licenze per lo sfruttamento dell’articolo.

Gold e Green Open Access possono essere gratis o libre, generalmente sono gratis in quanto molto spesso sono presenti delle licenze per regolare lo sfruttamento delle opere.

Gli autori che vogliono fornire libre Open Access devono concedere deroghe ad alcuni dei loro diritti e ricorrere a una licenza per informare gli utenti della loro scelta.
Le Open Licenses di Creative Commons (CC) sono le più conosciute e le più diffuse:

  • CC0 (CC-Zero): “No Rights Reserved”. L’autore che ha associato un’opera con questa licenza ha dedicato l’opera al pubblico dominio attraverso la rinuncia a tutti i suoi diritti sull’opera in tutto il mondo come previsti dalle leggi sul diritto d’autore, inclusi tutti i diritti connessi al diritto d’autore o affini, nella misura consentita dalla legge.
  • CC-BY: Questo tipo licenza permette all’utente di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire, recitare, trasformare e modificare l’opera con qualsiasi mezzo e formato per qualsiasi fine, anche commerciale, purché ne venga riconosciuta e menzionata la paternità, venga fornito un link alla licenza e indicato se sono state effettuate delle modifiche. Questa è la licenza consigliata dalla Open Access Scholarly Publishers Association (OASPA).
  • CC-BY-NC: Questo tipo licenza permette all’utente di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare l’opera con qualsiasi mezzo e formato purché ne venga riconosciuta e menzionata la paternità, venga fornito un link alla licenza e indicato se sono state effettuate delle modifiche. Tuttavia, non è possibile utilizzare l’opera per scopi commerciali.
  • CC-BY-ND: Questo tipo licenza permette all’utente di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare l’opera con qualsiasi mezzo e formato per qualsiasi fine, anche commerciale. Non permette tuttavia di trasformare o modificare il materiale e di distribuirlo così modificato.

Per saperne di più:
Creative Commons