Abstract
Il volume affronta il tema rilevante della finanza della cultura: finanziamento, spesa ed agevolazioni tributarie, in un contesto teorico, oltre che nell’esame della realtà italiane e europea.
Vengono, pertanto, analizzate le fonti di finanziamento delle attività culturali sia da parte del settore pubblico che del settore privato con un’attenzione specifica al no profit. Alcuni dati riguardano l’evoluzione in Italia.
Sempre per l’Italia importa esaminare i flussi finanziari pubblici nel settore della cultura a livello regionale. Nonostante un interesse proclamato, si rileva che in presenza di un patrimonio artistico rilevante, la spesa per la attività culturali, in percentuale del PIL, è tra le più basse dei Paesi europei.
Significativo il lavoro nel quale, sulla base di una indagine sulle elargizioni volontarie alla cultura in Italia e sull’analisi degli incentivi tributari per i contribuenti Irpef, si giunge alla conclusione dell’inconsistenza quantitativa delle donazioni. Importanti le riflessioni sul significato del dono.
Il tema delle sponsorizzazioni culturali viene esaminato da un punto di vista giuridico. Interessante l’analisi di due casi noti quali le sponsorizzazioni aziendali del Colosseo e degli scavi archeologici di Ercolano. Il partenariato tra imprese e pubbliche amministrazioni, nonostante alcune carenze, costituisce uno strumento idoneo alla valorizzazione culturale.
Il settore del contemporaneo rappresenta un campo di interesse specifico che richiede una promozione particolare. Il Piano per l’arte contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo vuole incentivare la conoscenza di questo ambito artistico, le esposizioni mirate e le acquisizioni. Le risorse del Piano sono state utilizzate in prevalenza per la realizzazione del Museo MAXXI di Roma.
Il finanziamento delle attività culturali viene visto nei legami tra sfera giuridico-politica, economica e culturale. Per la loro frequente impossibilità a stare sul mercato, tenuto conto delle loro caratteristiche strutturali, le attività culturali hanno bisogno di finanziamenti esterni, pubblici e privati.
L’ultima parte del volume si occupa di temi di natura europea. Si tratta dell’esame della politica culturale dell’Unione europea attraverso i Fondi strutturali e i programmi specifici quali Europa creativa che ha rivisto gli strumenti precedenti.
Viene esaminato anche l’utilizzo dei fondi europei per la cultura in Italia per i programmi a gestione indiretta in alcune Regioni significative: Lazio, Sicilia e Toscana. Nelle prime due Regioni si rilevano lacune in termini di efficienza. Per i finanziamenti a gestione diretta la situazione è certamente migliore.
Attente e approfondite sono le analisi sulla finanza della cultura in Gran Bretagna e Francia, Paesi che presentano caratteristiche specifiche ed originali.