Convenzioni sui diritti umani e corti nazionali

Convenzioni sui diritti umani e corti nazionali
A cura di:  Antonietta Di Blase
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: settembre 2014
Pagine: 336
ISBN: 978-88-97524-08-3
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Abstract

Al consolidamento delle istituzioni e degli strumenti di cooperazione internazionale nel campo della tutela dei diritti umani si è accompagnato un ampio dibattito sui vincoli imposti alla sovranità degli Stati, del quale sono protagoniste le istanze giurisdizionali create nel contesto delle Convenzioni internazionali e le Corti costituzionali. Il presente volume offre i risultati di una riflessione condotta da giuristi di diversa formazione, che dà atto di una sostanziale convergenza della giurisprudenza internazionale e interna nella interpretazione delle norme sui diritti umani, anche se in diverse pronunce delle Corti costituzionali viene ribadito il principio della preminenza della Costituzione e dell’identità nazionale sugli obblighi derivanti dalle Convenzioni.
Con riferimento al contesto europeo, numerose relazioni si soffermano sul ruolo della Corte di giustizia dell’Unione europea nell’assicurare la tutela dei diritti dell’uomo, operando un confronto rispetto alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo e auspicando un migliore coordinamento a livello istituzionale. Un importante progresso in questa direzione si potrà realizzare con l’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, alla quale è finalizzato il Progetto di accordo tra Unione europea e Consiglio d’Europa riprodotto in Appendice.

Contributi

Presentazione

Antonietta Di Blase

Presentazione del volume "Convenzioni sui diritti umani e Corti nazionali"

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/1

International human rights conventions and national courts

Antonietta Di Blase

Presentazione in lingua inglese del volume: Convenzioni sui diritti umani e Corti nazionali

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/2

La tutela europea dei diritti della persona tra novità giurisprudenziali e modifiche istituzionali

Giandonato Caggiano

L’autore evidenzia le principali modifiche normative e gli elementi emergenti dal dialogo fra le Corti di Lussemburgo e Strasburgo, al quale partecipano direttamente e indirettamente anche i giudici nazionali, nell’intento di verificare se sia possibile tracciare le linee di una sistemazione teorica della tutela dei diritti fondamentali a livello europeo.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/3

L’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea

Claudia Morviducci

Ritenuta la più coerente conclusione di un processo diretto alla salvaguardia dei diritti umani all’interno dell’Unione europea, la disposizione del TUE che prescrive l’adesione dell’Unione alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) non ha ancora trovato attuazione, ancorché i negoziati siano iniziati nel 2010. In realtà, nell’Aprile del 2013 un parziale risultato è stato conseguito, pel tramite della presentazione di un progetto di accordo di adesione da parte di un gruppo ad hoc di rappresentanti degli Stati membri del Consiglio d’Europa e della Commissione dell’Unione europea. All’esito di un breve rendiconto dei precedenti storici concernenti l’adesione, il presente contributo esamina il contenuto della proposta di accordo e le principali questioni giuridiche connesse, tratteggiando possibili sviluppi futuri.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/4

Convenzione europea dei diritti dell’uomo e/o Carta dei diritti fondamentali

Alfonso Celotto

Il lavoro esamina gli argomenti a favore della cooperazione tra la Corte europea dei diritti dell’uomo e la Corte di giustizia dell’Unione europea ed analizza gli elementi sintomatici di possibili conflitti, sia a livello normativo che giurispru­denziale, che si possono ricondurre alla diversità genetica e funzionale tra i due sistemi. L’autore sottolinea tuttavia che elementi ricavabili dall’origine e dall’e­voluzione giurisprudenziale dimostrano la capacità delle due Corti di affrontare con maestria le questioni più complesse e problematiche relative alla tutela dei diritti fondamentali, sorte in un quadro talvolta privo di coerenza e linearità.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/5

Interpretazione giuridica e diritti nei processi

Roberto Cippitani

Il processo di integrazione giuridica internazionale conduce alla instaurazione di sistemi giuridici a più livelli, basati su fonti promananti da diversi soggetti. Muovendo dalle classiche relazioni di diritto internazionale (fondate su accordi interstatali), tali sistemi giuridici si sono particolarmente evoluti nel campo dei diritti umani e nel contesto dei processi di integrazione regionale e sovranazionale. Ne consegue la necessità di elaborare un nuovo approccio in sede di interpretazione delle relative norme, confrontando le esperienze delle Corti regionali, sia in Europa, che in America Latina. L’autore si sofferma sul metodo interpretativo teleologico rispetto al quale sono funzionali, tra gli altri, i principi del c.d. effetto utile e del ‘significato autonomo’. Tale metodo possiede le potenzialità per rafforzare le istanze sovranazionali connesse alla tutela dei diritti fondamentali dell’individuo.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/6

Il principio di tutela del legittimo affidamento del cittadino dinanzi alla legge fra garanzia costituzionale e salvaguardia convenzionale

Paolo Carnevale
Giovanna Pistorio

Il lavoro ricostruisce il lungo e complesso cammino giurisprudenziale alla ricerca del fondamento del principio di tutela del legittimo affidamento dinanzi alla legge nel nostro ordinamento costituzionale, per individuare, alla luce dei più recenti sviluppi, se tale principio riceva un riconoscimento diretto nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dunque anche nell’ordinamento italiano, grazie all’art. 117, comma 1, della Costituzione. Si tratta di una problematica che vede coinvolte sia la Corte costituzionale, sia la Corte EDU, le cui pronunce forniscono importanti spunti di riflessione su questioni e problematiche ancora aperte sul tema della tutela del legittimo affidamento.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/7

L’identità costituzionale: un concetto conflittuale

Rainer Arnold

L’identità costituzionale come limite alla primazia del diritto sovranazionale è al momento un concetto altamente conflittuale in Europa. La Corte costituzionale federale tedesca (CCF) ha sviluppato una definizione collegata alla cd. ‘clausola di eternità’ di cui all’art. 79.3 della Legge Fondamentale (BL). Tale clausola rap­presenta un limite a qualsiasi riforma della Costituzione e ad essa si fa riferimento anche quale strumento di salvaguardia delle strutture fondamentali della BL contro una possibile eccessiva invadenza del diritto dell’Unione europea (UE). Secondo la CCF spetta ad essa il potere di decidere in ordine alla definizione di identità costituzionale e di impedire l’applicazione in Germania di norme UE in caso di incompatibilità. Questa posizione è in evidente contrasto con la pro­spettiva seguita dall’UE, secondo la quale il potere ultimo di decidere in ordine all’applicazione del diritto sovranazionale spetta alla Corte di giustizia dell’UE; pertanto la definizione di identità nazionale (comprensiva di quella costituzio­nale) ai sensi dell’art. 4, par. 2 del Trattato sull’Unione europea spetta alla Corte UE. Il meccanismo di rinvio pregiudiziale dovrebbe rappresentare lo strumento processuale che consente di superare i conflitti che potrebbero derivare da queste divergenze di prospettiva.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/8

L’incidenza della CEDU sull’interpretazione costituzionale. Il «caso» dell’art. 27, comma 3, Cost.

Marco Ruotolo

Il contributo ha per oggetto l’incidenza della CEDU sull’interpretazione costi­tuzionale, con particolare riferimento alle possibili letture dell’art. 27, comma 3, Cost. L’autore ritiene che il limite del «rispetto degli obblighi internazionali» debba essere impiegato come parametro «residuale» nel giudizio di costituzio­nalità, dovendosi piuttosto privilegiare, ove possibile, l’interpretazione evolutiva (o estensiva) dei disposti costituzionali alla luce degli «obblighi internazionali» assunti dallo Stato. La prospettiva proposta mira pertanto a valorizzare la por­tata degli apporti sovranazionali per il tramite privilegiato dell’interpretazione costituzionale, nella logica di un completamento reciproco tra Carte dei diritti e Costituzioni nazionali, che non pregiudichi il primato di queste ultime.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/9

L’efficacia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo

Elettra Ferri

L’analisi dell’efficacia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo negli ordinamenti nazionali mostra una divergenza tra l’inclinazione ‘costituzionale’ della Corte europea e il rango ‘sub-costituzionale’ attribuito alla CEDU a livello interno. In mancanza di norme nazionali che assicurino alle sentenze della Corte EDU un’autonoma vincolatività, queste, prive di effetti ‘diretti’, costituiscono un mero criterio interpretativo che i giudici nazionali sono tenuti a seguire nell’applicazione del diritto interno. In quegli ordinamenti in cui la CEDU ha effetti ‘diretti’, invece, il meccanismo della disapplicazione del diritto nazionale incompatibile da parte dei giudici stimola il dialogo tra le corti, e le sentenze della Corte EDU raggiungono effetti sorprendenti. La riapertura dei giudicati a seguito di condanna della Corte EDU, ad esempio, è effetto dovuto al virtuoso attivismo dei giudici nazionali. La reciproca integrazione che intercorre tra carte costituzionali nazionali e CEDU andrà accentuandosi a seguito dell’adesione dell’Unione Europea alla CEDU, e le autorità nazionali dovranno prepararsi alla nuova protezione ‘triangolare’ dei diritti umani tra Corte di Lussemburgo, Corte EDU e corti nazionali.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/10

I trattati internazionali diversi dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo nell’ordinamento italiano

Giovanni Serges

Il saggio è diretto a verificare se nei confronti degli obblighi internazionali diversi da quelli derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo si configurino strumenti ulteriori, rispetto alla proposizione della questione di legittimità costituzionale, per assicurare il rispetto delle norme convenzionali a fronte di norme interne confliggenti con il trattato.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/11

Corte europea dei diritti dell’uomo e Diritto internazionale privato dell’Unione europea

Antonietta Di Blase

Nel campo del diritto internazionale privato, il rispetto dei diritti umani ha assunto un ruolo cruciale e strettamente correlato all’ordine pubblico, che può essere invocato per escludere l’applicabilità di una sentenza straniera o il suo riconoscimento ed esecuzione se in contrasto con i fondamentali valori codifi­cati nella Convenzione europea sui diritti dell’Uomo (CEDU). In tal senso, la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) può certamente influire sugli orientamenti dei giudici nazionali in sede di applicazione del diritto internazionale privato e contribuire a rimodellare la stessa nozione di ordine pubblico, che non può essere considerato soltanto con riferimento alla sfera giuridica interna allo Stato, ma anche tenendo conto degli standard garantiti a livello europeo. Il metodo seguito nel campo della cooperazione giudiziaria in materia civile dalle istituzioni dell’UE – specialmente la Corte di giustizia – sembra in sintonia con la prassi della Corte EDU. Anche se talvolta le esigenze connesse al buon funzionamento del mercato interno sembrano in qualche modo circoscrivere la rilevanza dei diritti umani nel campo dei conflitti di leggi e della competenza giurisdizionale, si riscontra tuttavia che la Corte di giustizia UE ha sempre dato grande rilievo ad alcuni principi fondamentali, quali il giusto processo e l’acces­so alla giustizia. L’entrata in vigore della Carta dei diritti fondamentali dell’UE consente di ampliare la tutela anche a persone prive della cittadinanza europea. Rimangono da risolvere alcuni problemi di coordinamento tra Corte di giustizia UE e Corte EDU: l’adesione dell’UE alla CEDU consentirebbe di realizzare un progresso in quella direzione.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/12

Análisis de la jurisprudencia argentina sobre restitución internacional de menores y los derechos humanos del niño

Edgardo Lòpez Herrera 

Lo que este trabajo se propone investigar es la relación que existe entre el sistema argentino de restitución internacional de menores y la efectiva vigencia de los derechos humanos. Se trata de un problema cada vez más frecuente debido al aumento de las separaciones y a la facilidad de desplazamiento del domicilio de las partes con posterioridad a su separación. En primer lugar se efectuará una descripción muy somera de cómo funciona el sistema argentino de restitución internacional de menores y luego se analizará la jurisprudencia sobre el tema. A modo de conclusión puede decirse que la jurisprudencia nacional ha hecho un loable trabajo de interpretar qué se entiende por ‘interés superior del niño’ en materia de restitución internacional de menores. La indeterminación del principio ha sabido ser llenada con gran sabiduría por los jueces argentinos que han hecho una interpretación bastante razonable del superior interés armonizándolo con los demás derechos humanos reconocidos en la Constitución Nacional y los tratados de derechos humanos suscriptos por Argentina logrando un justo equilibrio con los fines buscados por las convenciones internacionales sobre restitución de menores de las que la Argentina es parte.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/13

La protezione costituzionale dei diritti sociali

Guido Corso

Mentre le libertà civili sono tutelate dal diritto internazionale, i diritti sociali restano affidati alle garanzie offerte dagli ordinamenti nazionali e vengono assi­curati dal contributo dei cittadini. Il livello e le modalità di tutela è il risultato di scelte politiche cui si perviene nell’intento di soddisfare richieste diverse, ma che talvolta generano conflitti tra gruppi sociali o aree geografiche diverse del medesimo Stato. L’assenza di una tutela internazionale effettiva, dovuta al fatto che la garanzia dei diritti sociali dipende strettamente dalle risorse economiche, non esclude che si riscontri una relativa omogeneità nelle questioni che le corti costituzionali affrontano al riguardo. Nell’ultima parte del presente contributo viene effettuato un sintetico esame delle tendenze generali della giurisprudenza costituzionale di diversi Stati.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/14

Appendice : Draft revised Agreement on the Accession of the European Union

Antonietta Di Blase

European Council, Doc. 10 June 2013, 47+1(2013)008rev2, Appendix I

Il progetto di accordo di adesione dell’UE alla CEDU che qui si riproduce è il risultato di un processo negoziale avviato da un gruppo di lavoro composto di quattordici esperti (7 appartenenti a Stati membri dell’UE, 7 a Stati non membri dell’UE parti della CEDU) incaricato di definire le modalità dell’adesione. Gli strumenti che costituiscono il ‘pacchetto’ negoziale finalizzato alla adesione dell’UE alla CEDU sono:

a) progetto di Accordo;

b) progetto di Dichiarazione;

c) progetto di disposizioni integrative del regolamento del Comitato dei Ministri per la supervisione dell’esecuzione delle sentenze e dei termini di composizione amichevole laddove l’UE sia parte in causa;

d) modello di memorandum d’intesa;

e) progetto di rapporto applicativo dell’Accordo di adesione.

DOI: 10.13134/978-88-97524-08-3/15

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