Abstract
È abbastanza raro che una rivista italiana di diritto si identifichi con una istituzione universitaria. In genere le riviste giuridiche hanno un’impostazione tematica, essendo originariamente associate a uno o più argomenti specifici o ad una particolare disciplina o metodologia. Tale tipologia di riviste costituisce spesso il risultato degli sforzi di una rete di studiosi o professionisti, che tendono ad essere legati solo da interessi intellettuali comuni, rappresentando il più delle volte il veicolo di un preciso progetto culturale. Sovente poi, le riviste di diritto sono pubblicate da editori commerciali istituiti sotto forma di società a scopo di lucro. La Roma Tre Law Review mira a rompere con questa tradizione, per due motivi principali:
i) è concepita come lo spin-off di un’istituzione e non di un gruppo di studiosi o professionisti. Di conseguenza, essa non si concentra su un settore o su una materia specifica, ma mira a rilevare trasversalmente (e da una prospettiva interdisciplinare) il panorama giuridico nazionale e transnazionale;
ii) è pubblicata in house da un’organizzazione senza scopo di lucro ed è inoltre liberamente consultabile online in formato digitale. L’ uso della lingua inglese (e, in casi eccezionali, della lingua francese e spagnola) riflette l’intenzione di rivolgersi a un pubblico globale, informandolo sugli sviluppi rilevanti della legge italiana e, allo stesso tempo, favorendo un confronto più sistematico dei giuristi italiani con le tendenze generali e i problemi che emergono a livello transnazionale.