La Rocca Savella: un affare di famiglia
Eliana Santella
Il Giardino degli Aranci all’Aventino è uno dei parchi storici più importanti di Roma e un bene culturale materiale facente parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nonostante sia particolarmente frequentato e famoso (soprattutto per il panorama godibile dal terrazzo-belvedere rivolto a Nord), non tutti ne conoscono la storia. In questa sede verrà approfondita la fase bassomedievale del sito, fortemente lacunosa, in cui – come ricorda anche il Clivo di Rocca Savella che la costeggia – assumeva l’aspetto dell’importante fortezza commissionata dal cardinale Giacomo Savelli (1261-1285), poi papa Onorio IV (1285-1287). L’analisi qui proposta è innanzitutto di natura storico-sociale e geopolitica, dal momento che indagherò principalmente le dinamiche che portarono alla nascita della rocca e le strategie seguite dal committente nella scelta di luogo e tipologia architettonica. Chiaramente tale indagine si basa sulle fonti scritte e sui dati relativi alla Roma baronale del Duecento che, insieme ad alcune testimonianze materiali ancora oggi in situ, faranno emergere una continuità d’uso da parte degli eredi diretti (ma anche più lontani) di Giacomo Savelli, i quali sembrano possedere capacità strategiche altrettanto elevate. Altro aspetto approfondito è il rapporto tra fortezza e paesaggio circostante, caratterizzato dalle sue peculiarità geologiche e costituito non solo da preesistenze antiche o coeve – elementi che indubbiamente condizionarono in toto i costruttori dell’epoca – ma anche dalle trasformazioni successive che hanno cancellato diverse informazioni importanti. Infine, prendendo in considerazione sia le fonti sia gli esigui resti della fortezza aventinese, cercherò di formulare ipotesi relative al periodo preciso in cui questa venne costruita e, per quanto possibile, la sua conformazione architettonica. Nel corso della trattazione emergerà altresì una relazione indiretta tra la rocca stessa e il vicino Teatro di Marcello, altro possedimento dei Savelli, e vedremo come entrambi vennero utilizzati dai principali esponenti di questa famiglia baronale tra la seconda metà del XIII secolo e l'inizio del XIV per controllare parallelamente diverse aree importanti di Roma.
Classified as a World Heritage Site, the Orange Garden on Aventine Hill is one of the most important historical gardens in Rome. Although its popularity (thanks to the panorama visible from the terrazzo-belvedere located in the northern side), its story is not properly well-known. The paper aims to investigate the full of holes Late Medieval phase, when the area was the fortress commissioned by Cardinal Giacomo Savelli (1261-1285), then Pope Honorius IV (1285-1287), as the flanking hillock Clivo di Rocca Savella recalls. Firstly, I will analyse the historical, social and geopolitical background through written sources and essays about Baronial Rome, in order to understand the strategies followed by the patron to choose the place and the building typology. Also considering some architectural data, I will demonstrate that the fortress may have been occupied by the closest (and farther) heirs of the baron too, that appear as strategist as him. Secondly, I will investigate the connection between fortification and surrounding landscape: to study this last, it is necessary to consider its geological peculiarities and the ancient or contemporary pre-existences located there (elements that, undoubtedly, influenced the “Savellian” builders), and the modifications occurred in Modern Age, that vanished some important information. Lastly, both written and material sources related to Giacomo Savelli will be employed in order to try to hypothesize the exact period in which his fortress was built and, partially – because of their lack – its structure. The essay will also underline the indirect relationship between Rocca Savella and the near Theatre of Marcellus, another familiar estate: as a matter of fact, both were utilized simultaneously by the Savellis between the second half of XIII and the beginning of XIV century to control some important areas in Rome, as barons used to do.