Abstract
La formula funzione sociale nel diritto privato, di chiara ascendenza bettiana, esprime un’ipotesi di lavoro e sollecita gli studiosi a interrogarsi sull’attitudine della civilistica contemporanea – nelle sue diverse articolazioni – ad interpretare valori, esigenze, istanze provenienti dalla società e a tradurle ora in sistema scientifico, ora in soluzioni normative, ora in risposte giurisprudenziali. La Costituzione italiana del 1948 (art. 42, II comma) richiama il legislatore a disciplinare la proprietà privata «allo scopo di assicurarne la funzione sociale»: ma la finalità è stata progressivamente elevata dalla dottrina a cardine d’un diritto privato non più trincerato dietro un’asserita neutralità tecnica, bensì chiamato a decifrare e a ricomporre il (e talora a incidere sul) prisma degli interessi economico-sociali.
I contributi raccolti in questo volume intendono verificare la premessa mediante un’indagine ad ampio spettro che, oltre i tradizionali nuclei bettiani dell’obbligazione e dei contratti e l’area dominicale perimetrata dalla Carta costituzionale, si estenda anche al diritto commerciale e di famiglia, ai rapporti di lavoro, alla dimensione giurisdizionale della tutela dei diritti. In essi, la ricostruzione dei lineamenti novecenteschi del tema prospettato precede la riflessione sugli scenari futuri, connotati da una crescente ‘giurisprudenzialità’ nella produzione delle regole, da forme di ricchezza sempre più immateriali, da assetti politici sempre meno circoscrivibili entro i confini della sovranità nazionale. Ne emerge la prospettiva d’un diverso ‘destino’ del funzionalismo privatistico: non più adeguamento degli interessi individuali alle finalità ‘pubbliche’, bensì ambizioso tentativo di armonizzare sensibilità e culture variegate entro un quadro valoriale il più possibile condiviso.