La funzione sociale nel diritto privato tra XX e XXI secolo

La funzione sociale nel diritto privato tra XX e XXI secolo
A cura di:  Francesco Macario, Marco Nicola Miletti
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: gennaio 2017
Pagine: 218
ISBN: 978-88-97524-99-1
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Abstract

La formula funzione sociale nel diritto privato, di chiara ascendenza bettiana, esprime un’ipotesi di lavoro e sollecita gli studiosi a interrogarsi sull’attitudine della civilistica contemporanea – nelle sue diverse articolazioni – ad interpretare valori, esigenze, istanze provenienti dalla società e a tradurle ora in sistema scientifico, ora in soluzioni normative, ora in risposte giurisprudenziali. La Costituzione italiana del 1948 (art. 42, II comma) richiama il legislatore a disciplinare la proprietà privata «allo scopo di assicurarne la funzione sociale»: ma la finalità è stata progressivamente elevata dalla dottrina a cardine d’un diritto privato non più trincerato dietro un’asserita neutralità tecnica, bensì chiamato a decifrare e a ricomporre il (e talora a incidere sul) prisma degli interessi economico-sociali.

I contributi raccolti in questo volume intendono verificare la premessa mediante un’indagine ad ampio spettro che, oltre i tradizionali nuclei bettiani dell’obbligazione e dei contratti e l’area dominicale perimetrata dalla Carta costituzionale, si estenda anche al diritto commerciale e di famiglia, ai rapporti di lavoro, alla dimensione giurisdizionale della tutela dei diritti. In essi, la ricostruzione dei lineamenti novecenteschi del tema prospettato precede la riflessione sugli scenari futuri, connotati da una crescente ‘giurisprudenzialità’ nella produzione delle regole, da forme di ricchezza sempre più immateriali, da assetti politici sempre meno circoscrivibili entro i confini della sovranità nazionale. Ne emerge la prospettiva d’un diverso ‘destino’ del funzionalismo privatistico: non più adeguamento degli interessi individuali alle finalità ‘pubbliche’, bensì ambizioso tentativo di armonizzare sensibilità e culture variegate entro un quadro valoriale il più possibile condiviso.

Contributi

Le ragioni di un incontro

Francesco Macario

È possibile ripercorrere la lunga storia del diritto privato sotto l’insegna (e quindi alla ricerca) della sua ‘funzione sociale’? Betti identificò la causa negoziale appunto nella funzione sociale ma la idea ha un’ampiezza e una storia assai più ampia. La dibattuta stesura dell’art. 42 della Costituzione è emblematica. La funzione sociale nel diritto privato può allora essere una chiave di lettura, un filo conduttore che ci aiuti a comprendere il senso di una lunga riflessione che ha caratterizzato la scienza civilistica moderna nelle sue molte articolazioni.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/1

Diritto privato e funzione economico-sociale: radici bettiane d’una formula

Marco Nicola Miletti

La formula funzione economico-sociale è ricorrente nelle pagine civilistiche di Emilio Betti. Essa esprime l’aspirazione ad un diritto privato in grado di affrancarsi dall’individualismo liberale e di recepire, soprattutto nella sfera delle obbligazioni e dei contratti, le istanze di cooperazione e di solidarietà maturate nella «coscienza sociale». Nella riflessione dello studioso camerte, tuttavia, il negozio giuridico da un lato rappresentava lo strumento di ‘spontanea’ auto-regolamentazione di rapporti pre-giuridici, dall’altro sottostava al vaglio di conformità effettuato dall’ordinamento, al quale spettava valutare la coerenza tra tipi negoziali creati dai privati e finalità perseguite dai pubblici poteri. Quest’ultima convinzione emerge nettamente nel contributo dell’insigne giurista alla codificazione civile del 1942 e imprime all’accezione bettiana di funzione una curvatura conservatrice o comunque dirigistica.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/2

Una chiave di lettura

Nicolò Lipari 

In tempi recenti la formula della ‘funzione sociale’ ha assunto contenuti meno generici e svolge effetti pratici che in passato non aveva. Ciò avviene per la moderna tendenza alla ‘costituzionalizzazione’ del diritto privato. Ne derivano rilevanti implicazioni – a volte sicuramente positive, altre volte però preoccupanti – sia sul piano della giurisprudenza sia su quello dottrinario.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/3

La funzione sociale nella ‘civilistica italiana’ dell’ultimo secolo

Salvatore Patti

Il saggio analizza in primo luogo le origini del dibattito sulla funzione sociale, mettendo in luce il fondamentale contributo offerto da Otto von Gierke nel saggio su Die soziale Aufgabe des Privatrechts (1889). Vengono quindi presi in esame il rapporto tra funzione sociale e autonomia negoziale, oggetto della riflessione di Emilio Betti, nonché i contributi di studiosi della funzione sociale della proprietà, tra cui Filippo Vassalli, Salvatore Pugliatti, Pietro Rescigno e Stefano Rodotà.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/4

Funzione sociale della proprietà e disciplina dei beni

Antonio Iannarelli

Il saggio analizza sul piano storico il richiamo alla “funzione sociale” della proprietà  nella cultura e nella legislazione europea. Nel secolo XIX, dopo l’avvento del code Napoleon, l’attenzione della cultura economica e giuridica  si è concentrata sulla proprietà intellettuale, per cui si è posto l’accento sull’attività produttiva come effettiva giustificazione dell’appropriazione privata. La critica al modello dell’individualismo possessivo è emersa in Europa attraverso la riflessione e la ricerca sia dei Germanisti sia della Scuola Storica dell’economia in conflitto con il nascente socialismo e marxismo. Tuttavia, solo alla fine del secolo XIX, la crisi sociale ha portato alla “socializzazione del diritto” e alla affermazione della “funzione sociale” della proprietà. Di qui il passaggio dai Codici alle Costituzioni. Il saggio, infine,  illustra l’attuazione della funzione sociale  di cui parla l’art.42 Cost. intervenuta nel periodo storico dominato dal welfearismo e poi dall’ attuale neoliberale e segnala i profondi  mutamenti  in atto  nel diritto privato.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/5

L’impresa azionaria tra struttura societaria e funzione sociale

Mario Stella Richter jr.

Se è solo nel corso del sec. XIX che emerge con evidenza la tensione tra struttura societaria e funzione sociale, il confronto tra questi due profili (individualistico il primo, incentrato sull’interesse sociale il secondo) finisce presto con l’identificare la sostanza stessa del diritto societario. Già vivace durante il fascismo, la riflessione dottrinaria sulla funzione sociale dell’impresa si fa intensa nel dopoguerra e prosegue anche nell’ultimo quarto del sec. XX. Nel nuovo secolo, però, la tradizionale lettura di questo rapporto che affidava alla legge nazionale la determinazione degli interessi ‘esterni’ che l’impresa azionaria doveva considerare, è stata messa in crisi dall’affermarsi dell’economia globale dove agiscono società sulle quali gli stati nazionali hanno scarse possibilità di intervento. A taluni pare che si debba affidare a quelle stesse società la tutela di interessi e beni di valenza sociale (teoria della responsabilità sociale d’impresa). Sull’efficacia di tale tutela - quando questa non comporti anche un vantaggio economico - è però lecito dubitare. Maggiore interesse sollevano invece le più recenti proposte che mirano a perseguire interessi pubblici attraverso l’intervento del privato.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/6

Funzione sociale e processo civile fra XX e XXI secolo

Antonio Carratta

Il lavoro prende in esame l’evoluzione della nozione di «funzione sociale» del processo civile, fra il XX e il XXI secolo a partire dalla riflessione di Franz Klein verso la fine del XIX secolo. Il lavoro si snoda attraverso tre diversi momenti storici o fasi nell’evoluzione di tale nozione. Una prima fase è quella delle origini, tradizionalmente collocata, appunto, sul finire del XIX secolo, nell’ambito della quale comincia a guardarsi al processo civile come ad un fenomeno o istituto che riguarda l’intera collettività e non solo le singole parti della lite. In questa prima accezione, l’idea della «funzione sociale» del processo civile trova ampia accoglienza anche presso giuristi di formazione liberale e costituisce la base ideologica anche per avanzare un nuovo metodo di studio del diritto processuale civile e per impostare nuove riforme della legislazione processuale esistente. Una seconda fase può essere individuata nella seconda metà del secolo XX, in coincidenza con l’introduzione delle nuove Costituzioni e l’affermazione del principio di uguaglianza sostanziale. In tale contesto per «funzione sociale» del processo civile si intende la concezione del processo come strumento di promozione sociale delle classi povere, con l’obiettivo di realizzare la c.d. uguaglianza sostanziale nei loro confronti. Una terza ed ultima fase è quella che si apre verso la fine del XX secolo ed è legata all’idea del processo civile come strumento di efficienza della società e della sua economia.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/7

La famiglia tra funzione sociale e tutele individuali

Michele Sesta

La famiglia da sempre ha svolto una funzione sociale, che già Cicerone aveva còlto quale fondamento della società civile e dello Stato. La Costituzione italiana dà ampio risalto alla società familiare, i cui diritti sono esplicitamente riconosciuti, con una formula che quasi configura un centro di interessi distinto da quello dei suoi componenti. L' a. sottolinea come, con riguardo alla famiglia, negli anni recenti l'ordinamento ha intrapreso un percorso inverso rispetto a quello degli istituti del diritto patrimoniale che, originariamente concepiti in un'ottica individualistica, sono stati ampiamente rivisitati in senso solidarista in considerazione della loro funzione sociale. Si è infatti progressivamente affermata la privatizzazione delle relazioni familiari, caratterizzata dalla tutela prioritaria delle ragioni dell'individuo rispetto quella dell'istituzione.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/8

La funzione sociale del contratto: riflessioni di uno storico del diritto

Giovanni Chiodi

Il saggio analizza i modi attraverso i quali è stata intesa la funzione sociale del contratto nella cultura giuridica italiana dalle sue fondazioni ottocentesche fino alle nuove frontiere della prima metà del Novecento. L’orizzonte è segnato dal primo codice civile unitario e dalle sue interpretazioni. Anche in Italia i giuristi sono chiamati a misurarsi con la nuova realtà economica industriale, che reclama un aggiornamento del diritto civile e commerciale. La conciliazione tra liberalismo e giustizia sociale avviene attraverso percorsi differenziati, anche perché in Italia dottrina e giurisprudenza sono spesso divergenti nelle loro soluzioni. Già durante l’età liberale la giustizia contrattuale diventa un capitolo importante del dibattito civilistico e si articola in proposte differenti, alcune delle quali ispirate ad istanze di democrazia sociale. Durante la dittatura, le esigenze di rinnovamento del diritto civile e commerciale confluiscono nel progetto corporativo, che caratterizza anche il libro quarto delle obbligazioni, di cui si ricostruiscono alcune matrici.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/9

La funzione sociale del diritto del lavoro tra legislatore e giudice

Claudio Scognamiglio

Il saggio intende ricostruire la funzione del diritto del lavoro, come diritto della debolezza contrattuale, nella prospettiva diacronica del diverso configurarsi dei rapporti tra intervento del legislatore ed intervento del giudice 

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/10

Economia sociale di mercato e scontro tra capitalismi

Alessandro Somma

L’ordoliberalismo si presenta come terza via tra il liberalismo tradizionale e il socialismo, elaborata tra il primo e il secondo conflitto mondiale per sostenere l’ordine economico. Una terza via peraltro incapace di tenere in equilibrio i due fondamenti della tradizione giuridica occidentale, il capitalismo e la democrazia, destinati a vivere un rapporto complesso anche oltre la conclusione del conflitto mondiale: sino a pregiudicare il processo di costruzione dell’unità europea. Il saggio analizza lo sviluppo storico dell’ordoliberalismo, mettendo in luce i rischi per la democrazia riconducibili all’economia sociale di mercato, la formula utilizzata per occultare la compromissione dell’ordoliberalismo con il nazismo.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/11

Conclusioni: il pensiero di Betti e la prospettiva costituzionale

Pietro Rescigno

L’opera scientifica di Emilio Betti è un ottimo stimolo per riconsiderare il cammino della scienza civilistica italiana e confrontarlo con le contemporanee esperienze dei Paesi vicini in funzione dello sviluppo della cultura giuridica. Proprio la formula della ‘funzione sociale’ rappresenta in questo senso uno spunto particolarmente importante con riguardo, per esempio, alla difficile costruzione di un codice europeo delle obbligazioni e dei contratti. Il tema della funzione sociale richiama però anche la nostra (interna) prospettiva costituzionale. Nell’attuale momento storico, appare oggi importante tornare a considerare il disegno della Carta costituzionale e verificare ciò che sinora è stato realizzato (in maniera più o meno soddisfacente) e ciò che rimane sicuramente da fare.

DOI: 10.13134/978-88-97524-99-1/12

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