Sovranità e diritti al tempo della globalizzazione

Sovranità e diritti al tempo della globalizzazione
A cura di:  Gianluca Contaldi
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: Marzo 2021
Pagine: 126
ISBN: 979-12-5977-005-9
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Abstract

Cosa si intenda per globalizzazione è tuttora oggetto di disputa tra giuristi, economisti e sociologici. In quest’epoca di profonda crisi della globalizzazione, almeno nella sua accezione economica, il volume si propone di cercare di ridefinirne la nozione alla luce dei concetti giuridici fondamentali. Gli scritti raccolti nel volume si propongono di descrivere la nascita delle costituzioni democratiche, di ridefinire i rapporti tra ordinamento internazionale e interno, di sondare l’effettività dei meccanismi di giustizia previsti dagli strumenti internazionali nel diritto amministrativo globale, di valutare la rispondenza del costituzionalismo globale ad una costruzione giuridica positivistica. Gli scritti prescindono dal peculiare momento storico, in quanto mirano a ricostruire la nascita e la crisi del processo di globalizzazione sotto varie prospettive storico-giuridiche.

Contributi

Cosa resta della globalizzazione?

Gianluca Contaldi 

L’autore analizza l’attuale fase di crisi della globalizzazione. Nella specie, egli constata come il processo di globalizzazione, che ha rappresentato il movimento imperante nel corso del ventesimo secolo, stia ora attraversando una fase recessiva. Questa regressione del processo di globalizzazione è dovuta sia a circostanze indogene (la crisi del capitalismo, le crescenti diseguaglianze, l’unilateralismo delle relazioni commerciali internazionali), sia a fattori esogeni, quali le migrazioni di massa, le emergenze ambientali, lo scoppio della pandemia da Covid-19. L’autore constata, tuttavia, come i processi di interdipendenza delle relazioni internazionali siano ormai troppo sviluppati per potere realmente porre in crisi la globalizzazione e che pertanto, nonostante la pausa di riflessione indotta da circostanze momentanee, è verosimile pensare che non sia in corso un mutamento profondo nel funzionamento dei sistemi economici internazionali.

DOI: 10.13134/979-12-5977-005-9/1

Oltre il Novecento. La Costituzione democratica nel tempo della globalizzazione

Maurizio Fioravanti 

Molti oggi ritengono conclusa la vicenda dello stato moderno In Europa a causa dell’irrompere della ‘globalizzazione’. Tale visione non tiene però adeguatamente conto della vicenda storica cominciata nel 1919 con la Costituzione di Weimar. Questa ha infatti introdotto la nuova stagione della ‘supremazia della costituzione’, pur rimanendo all’interno dell’età moderna. Le nuove costituzioni novecentesche hanno riconosciuto l’importanza della ‘società’ e hanno assunto quale compito quello di mediare tra le contraddizioni sociali. Questa funzione è tutt’ora riconosciuta e apprezzata come valida e in questo senso si può dire che il moderno non sia ancora stato superato dal post-moderno. Se possiamo dire superato lo ‘stato di diritto’ di stampo liberale, è invece ben vivo lo ‘stato costituzionale’ che è ancora e sempre ‘stato moderno’ sia pure con caratteri in parte mutati. Il post-moderno non ha dunque superato il moderno: più semplicemente si può riconoscere che si è andati ‘oltre il Novecento’.

DOI: 10.13134/979-12-5977-005-9/2

The ‘Anonymous Matrix’. Diritti umani e spazi imperiali nell’era globale

Pier Giuseppe Monateri 

Le teorie sui diritti umani sono generalmente costruite utilizzando concetti ‘essenzialmente contesi’, i quali cioè sono spesso oggetto di usi rivali (nel senso che le medesime nozioni sono utilizzate per strategie differenti). Alla luce della concezione secondo cui il diritto si presenta come un agglomerato di elementi poetici e prudenziali, il sistema giuridico assume caratteri attuali e potenziali allo stesso tempo. Per altro verso, ciò comporta che il meccanismo giuridico-politico rende sempre contemporaneamente attuale e potenziale lo stato di eccezione. Anche quale conseguenza di tale ambiguità di fondo, il successo degli human rights che si riscontra oggi a livello globale non comporta, come dovrebbe, il trionfo della rule of law. Al contrario, il ripetersi della emergency finisce col favorire il prevalere del politico come decisione sull’eccezione.

DOI: 10.13134/979-12-5977-005-9/3

Una giustizia amministrativa transnazionale

Giacinto della Cananea 

Il concreto affermarsi di una giurisdizione transnazionale richiede una riflessione teorica. Due sono i principali argomenti avanzati contro il riconoscimento di una giustizia pubblica che oltrepassi i confini statali: l’uno sottolinea la netta separazione fra diritto pubblico interno ed esterno, l’altro nega l’esistenza di un diritto ammnistrativo al di fuori dei confini nazionali. Tali argomenti possono nondimeno essere confutati. Sul piano storico non può essere infatti negata l’emersione di un nucleo di principi giuridici condivisi dalle ‘nazioni civili’. Gli accordi internazionali (soprattutto quelli in ambito europeo) si fondano su una rinuncia alla piena sovranità e subordinano l’adesione al trattato alla condivisione di taluni valori (come libertà, democrazia, rispetto dello Stato di diritto e dei diritti dell’uomo). Alla luce di una tale consapevolezza teorica si può comprendere l’erosione della dottrina tradizionale secondo cui il diritto internazionale regola unicamente i rapporti fra enti pubblici sovrani. Sempre più le relazioni tra soggetti privati travalicano i confini nazionali e interessano non solo i procedimenti giudiziari ma anche quelli amministrativi e arbitrali. La più efficiente tutela degli interessi spinge anzi a preferire il ricorso allo strumento dell’arbitrato. Si percepisce l’intervenuta mutazione nelle forme di azione dei poteri pubblici.

DOI: 10.13134/979-12-5977-005-9/4

Limitazioni di sovranità, ‘controlimiti’ e diritti fondamentali nella Costituzione italiana

Ugo Villani 

Lo scritto esamina i diversi procedimenti contemplati dalla Costituzione italiana per l’adattamento al diritto internazionale e a quello dell’Unione europea. L’art. 10, 1° comma, Cost., dichiarando che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, prevede un meccanismo di incorporazione automatico e completo del diritto internazionale consuetudinario. Questo entra nel sistema giuridico italiano senza alcun atto di esecuzione e si pone allo stesso rango delle norme costituzionali italiane; in caso di conflitto tra una norma costituzionale e una norma di diritto internazionale consuetudinario quest’ultima, di regola, è destinata a prevalere in virtù del suo carattere di specialità. Riguardo al diritto dell’Unione europea la Corte costituzionale italiana, al fine di giustificare il suo ingresso e il primato nell’ordinamento italiano, è ricorsa all’art. 11 Cost., il quale dichiara che l’Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, a limitazioni di sovranità a favore di un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni. Il diritto dell’Unione europea è direttamente applicabile dai giudici nazionali (come dalle autorità amministrative), mentre una disposizione italiana in conflitto con tale diritto non deve essere applicata, senza bisogno di alcuna decisione della Corte costituzionale. Al contrario, nella Costituzione italiana non vi è alcuna disposizione che riguardi l’adattamento ai trattati dei quali l’Italia è parte. Peraltro l’art. 117, 1° comma, secondo il quale la potestà legislativa è esercitata nel rispetto degli obblighi internazionali, attribuisce una particolare forza ai trattati nell’ordinamento italiano, nel quale la loro posizione è subordinata solo alla Costituzione. L’apertura della Costituzione italiana alle fonti esterne di diritto, testimoniata dalle predette disposizioni, peraltro, non è assoluta e priva di eccezioni. Secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale l’ingresso sia del diritto internazionale generale che di quello dell’Unione europea nell’ordinamento italiano non è consentito qualora una disposizione internazionale o europea (o un atto o una decisione giudiziaria) sia in conflitto con i principi fondamentali del sistema costituzionale italiano o con i diritti inalienabili della persona (i cosiddetti controlimiti).

DOI: 10.13134/979-12-5977-005-9/5

Miseria del costituzionalismo globale

Massimo La Torre 

Il contributo intende prospettare i principali approcci teorici al costituzionalismo globale, e le principali versioni della sua dottrina, analizzate con particolare attenzione dalla prospettiva dell'evoluzione giuridica dell'Unione Europea. Si registra, oggi, un sempre crescente sviluppo degli ordinamenti sovranazionali e, tra questi, quello ​​più importante e meglio evoluto è l'Unione Europea, con il suo denso quadro istituzionale. Nondimeno – ed è questo il principale argomento del saggio – il concetto di costituzionalismo globale appare incapace di spiegare in modo adeguato e informativo gli attuali sistemi giuridici sovranazionali, ed in particolare di comprendere la struttura istituzionale dell'Unione Europea. Sono presentati vari argomenti per giustificare una tale posizione critica, mettendo pure in guardia da una possibile strategia ideologica che forse si cela dietro quella “nozione sovraccarica”.

DOI: 10.13134/979-12-5977-005-9/6

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