Abstract
“Ibride” nasce da una ricerca sociologica e da un percorso di riflessione intrapreso durante un periodo di ricerca sul campo presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma tra il 2017 e il 2019. L’ibridazione, a cui il testo fa più volte riferimento, indica la mescolanza di elementi eterogenei e nel caso specifico vuole riferirsi al processo che si attiva quando le categorie biomediche entrano nel campo della vita quotidiana. Il caso del cancro al seno è emblematico in quanto ai grandi investimenti in ambito oncologico e all’enfasi crescente sulla prevenzione nel discorso pubblico corrisponde una densità dell’esperienza, di malattia e di genere, forse senza eguali. Ciò che emerge è che quando il rischio genetico, le tecniche di cura e di miglioramento del corpo, le rappresentazioni sociali, entrano nel campo delle scelte biografiche il processo di ibridazione tra natura e cultura, tra umano e non-umano assume contorni incerti e che meritano un maggiore approfondimento teorico ed empirico. La propensione, di matrice Actor Network Theory, a seguire il cancro nella sua complessità ha reso possibile l’incontro con le donne intervistate, con i loro corpi assemblati, deturpati, cibernetici, con i geni BRCA e i filamenti di DNA, approfondendo elementi di storia sociale della medicina, analizzando le rappresentazioni sociali e l’ambivalente attivismo delle sopravvissute.