Una sociologia aperta al cambiamento. I percorsi di studio e di ricerca di Carmelina Chiara Canta

A cura di:  Andrea Casavecchia
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: settembre 2023
Pagine: 190
ISBN: 979-12-5977-233-6
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Abstract

Il volume raccoglie undici saggi scritti in onore della professoressa  Carmelina  Chiara  Canta.  Gli  articoli sottolineano alcuni dei percorsi di ricerca attraversati dalla  studiosa  durante  la  sua  attività  professionale presso  il  Dipartimento  di  Scienze  della  Formazione dell’Università di Roma Tre. Una sociologia aperta al mutamento è la cifra scelta per rileggere il percorso di studi e di ricerca di Carmelina Chiara Canta, la quale ha unito  riflessione  teorica,  la  ricerca  su  campo  e l’apertura alla novità della realtà sociale che interroga e  apre  a  nuove  forme  interpretative.  La varietà  e ricchezza  dei  contributi  è  data  anche  dalla  pluralità delle voci: ci sono accademiche e accademici, studiosi che lavorano in  enti di  ricerca, ma anche “recenti e antichi” studenti che hanno conosciuto e apprezzato la capacità della professoressa Canta di accompagnare la crescita  scientifica  e  suggerire  una  possibile  strada. L’eterogeneità  degli  interventi  valorizza  la  cultura dell’incontro nel rispetto della dignità umana, punto di partenza della sociologa per l’osservazione scientifica.

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The work collects eleven essays written in honour of Professor  Carmelina  Chiara  Canta.  The articles highlight some of the study paths  covered  by  the scholar  during  her  professional  activity  at  the Department of Education of the University of Roma Tre. A sociology open to change is the figure chosen to tell the path of study and research of Carmelina Chiara Canta, who combines theoretical reflection, field research and openness to innovation of the social reality that opens up to new forms of interpretation. The variety and richness of the contributions is also given by the plurality of voices: there are academics, scholars who work in research  institutions,  but  also "recent  and  old"  students  who  have  known  and appreciated Professor Canta's ability to accompany the growth  science  and  suggest  a  possible  way.  The heterogeneity of the articles aims to emphasize the culture of encounter with respect for human dignity, the sociologist's starting point for scientific analysis.

Contributi

La sociologia aperta al mutamento di Carmelina Chiara Canta: un’introduzione

Andrea Casavecchia 

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/1

La “passione” teorica e il rigore metodologico nella ricerca sociologica

Cecilia Costa 

Pur nella diversità dei tanti argomenti trattati, dal fenomeno religioso alla questione di genere, ogni indagine portata avanti da Chiara e ogni sua considerazione teorica hanno una loro unità e omogeneità, perché si basano su un ben delineato disegno investigativo, su una definita mappa concettuale e su un solido impianto metodologico finalizzati alla conoscenza sociologica della porzione della realtà socio-culturale osservata. Nel suo procedere analitico, non è mai messa tra parentesi la costante problematizzazione e storicizzazione degli “oggetti” di ricerca, né vengono trascurati i criteri di interdisciplinarità, trasversalità e interdipendenza delle variabili. Il suo approccio teorico-metodologico, che restituisce forti risonanze dal paradigma di Mannheim da lei privilegiato, non imbriglia o segrega i risultati delle ricerche e le sintesi categoriali in “gabbie” interpretative, in protocolli vetero-positiviste o in rigidi modelli sistemico-strutturalisti.

Even in the diversity of the many topics covered, from the religious phenomenon to the gender question, each investigation pursued by Chiara and each of her theoretical considerations have their own unity and homogeneity, because they are based on a well-delineated investigative design, a defined conceptual map and a solid methodological framework aimed at sociological knowledge of the portion of the socio-cultural reality observed. In her analytical proceeding, the constant problematization and historicization of the research "objects" is never bracketed, nor are the criteria of interdisciplinarity, transversality and interdependence of variables neglected. Her theoretical-methodological approach, which returns strong resonances from the Mannheim paradigm she favors, does not harness or segregate research findings and categorical syntheses into interpretive "cages," vetero-positivist protocols or rigid systemic-structuralist models.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/2

La socialità in cammino, la più antica che esista. Il contributo di C.C.Canta alle riflessioni sociologiche sul pellegrinaggio

Marco Saverio Loperfido 

L'autore intreccia la propria esperienza di camminatore con gli insegnamenti della Professoressa Canta, che ha avuto modo di conoscere all'Università e nei molti progetti di ricerca svolti insieme negli anni. La scientificità di un testo sociologico è molto simile al lavoro topografico di chi deve esplorare nuovi sentieri: attenzione alla parte teorica e alla bibliografia (le mappe), formulazione delle ipotesi (tracciare a tavolino una via) e sperimentazione concreta (l'esplorazione vera e propria). Ma l'insegnamento più importante che la Professoressa Canta lascia all'Autore è la consapevolezza che la ricerca non è un cammino solitario, ma di gruppo. Ci si confronta professionalmente e umanamente sui risultati, sulle ipotesi verificate, sulle prospettive future e la direzione da tenere, se modificarla, tornare indietro o proseguire. La ricerca scientifica è frutto di un appassionato e attento lavoro di equipe, con continui e costanti rimodellamenti in base alla sperimentazione e all'ascolto delle riflessioni altrui.

The author interweaves his own experience as a walker with the teachings of Professor Canta, whom he got to know at the University and in the many research projects carried out together over the years. The scientific nature of a sociological text is much like the topographical work of someone who has to explore new paths: attention to the theoretical part and the bibliography (the maps), formulation of hypotheses (plotting a path at the table) and concrete experimentation (the concrete exploration). But the most important lesson Professor Canta leaves with the author is the realization that research is not a solitary path, but a group one. There is professional and human discussion about the results, the hypotheses tested, the future prospects and the direction to take, whether to change it, go back or continue. A research is the result of passionate and careful teamwork, with continuous and constant reshaping based on experimentation and listening to the reflections of others.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/3

L’uso della tecnologia per la ricerca. Un’esperienza di collaborazione

Giuseppe Zito 

L'uso di alcuni strumenti tecnologici per la ricerca sociologia. A dicembre del 1990 chiesi al Professore Roberto Cipriani, allora Docente di Sociologia della Conoscenza all’Università La Sapienza, di fare la Tesi di laurea presso la sua cattedra. Il professore accettò e mi assegnò la Tesi. Mi disse che la referente e conduttrice per la stesura della Tesi era la Professoressa Chiara Canta. In quell'occasione ebbi modo di conoscere la Professoressa. Dopo qualche anno, quando Chiara diventò docente della cattedra di Sociologia della Religione a Scienze della formazione Università Roma 3, mi invitò a collaborare con lei. La collaborazione ha visto diversi tipi di lavori. Lo sviluppo e l'aggiornamento del sito web della cattedra, due Seminari sui flagellanti nei rituali di Pasqua. Il pellegrinaggio alla Madonna del Divino Amore. Il Laboratorio di “Pluralismo Culturale” (PLUC).

The use of some technological tools for sociological research. In December 1990 I asked Professor Roberto Cipriani, then Professor of Sociology of Knowledge at La Sapienza University, to write his degree thesis at his chair. The professor accepted and assigned me the thesis. He told me that the contact person and conductor for the drafting of the thesis was Professor Chiara Canta. On that occasion I had the opportunity to meet the Professor. A few years later, when Chiara became a professor of Sociology of Religion at the Roma 3 University of Education, he invited me to collaborate with her. The collaboration has seen different types of works. The development and updating of the website of the chair, two Seminars on flagellants in Easter rituals. The pilgrimage to Our Lady of Divine Love. The Laboratory of "Cultural Pluralism" (PLUC).

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/4

Sommersi e salvati

Vincenzo Carbone 

Salvare le vite nel Mediterraneo, svelare le dinamiche del filtraggio selettivo degli hotspot, dar conto – in terraferma – dei processi di incorporazione dei migranti nei contesti sociali di accoglienza e d’insediamento costituiscono il focus del contributo che, oltre a riflettere sulle dinamiche di produzione di nuovi orizzonti di senso e di significato, intende mettere a tema due questioni centrali nel recente dibattito pubblico sulle migrazioni. La prima concerne la riconfigurazione securitaria e selettiva dei confini nazionali, che ha luogo mentre le frontiere europee, sempre più esternalizzate e militarizzate, sono sottoposte a un controllo “muscolare” che oblitera, snatura e impedisce l’intervento umanitario, con l’effetto di una crescita enorme dei “sommersi”. Uno degli effetti più evidenti degli orientamenti di blindatura selettiva delle comunità “autoctone” adottati nel “management delle migrazioni”, che allude al ritorno dei confini nazionali, è la diffusione di quell’armamentario retorico che impiega, reinventandole, categorie come “sovranismo” e “populismo” e che distorce finanche le logiche della cooperazione internazionale con l’ ”aiutiamoli a casa loro”. I confinamenti dell’inclusione costituiscono l’altro tema che concerne “i salvati”, ossia quei migranti che, dopo il blocco, il respingimento, l’incarceramento, l’illegalizzazione, sono sottoposti a continui filtraggi selettivi allo scopo di essere resi meritevoli e integrabili, e resi soggetti invisibili e segregati da regimi di confinamento, materiali e simbolici. Uno degli effetti dei processi d’inclusione differenziale che, situati nei contesti territoriali, si determinano all’intersezione di più linee di frattura sociale, all’interno delle dinamiche della stratificazione civica, nelle forme delle segregazioni nei mercati del lavoro marginali, nell’accesso all’abitare, alla città e ai servizi, nell’esercizio dei diritti sociali, nelle rappresentazioni stereotipate e stigmatizzanti.

Saving lives in the Mediterranean, revealing the dynamics of selective filtering of hotspots, giving an account – on the mainland – of the processes of incorporation of migrants into the social contexts of reception and settlement are the focus of the contribution that, in addition to reflecting on the dynamics of production of new horizons of meaning and meaning, intends to focus on two central issues in the recent public debate on migration. The first concerns the security and selective reconfiguration of national borders, which takes place while European borders, increasingly externalized and militarized, are subjected to a "muscular" control that obliterates, distorts and prevents humanitarian intervention, with the effect of an enormous growth of the "submerged". One of the most evident effects of the selective armoring guidelines of the "native" communities adopted in the "management of migration", which alludes to the return of national borders, is the spread of that rhetorical paraphernalia that uses, reinventing them, categories such as "sovereignism" and "populism" and that even distorts the logic of international cooperation with the "let's help them at home". The confinements of inclusion constitute the other issue that concerns "the saved", that is, those migrants who, after the blockade, rejection, imprisonment, illegalization, are subjected to continuous selective filtering in order to be made worthy and integrable, and made invisible subjects and segregated by material and symbolic confinement regimes. The confinements of inclusion constitute the other issue that concerns "the saved", that is, those migrants who, after the blockade, rejection, imprisonment, illegalization, are subjected to continuous selective filtering in order to be made worthy and integrable, and made invisible subjects and segregated by material and symbolic confinement regimes.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/5

I MSNA e il sistema di accoglienza in Italia alla prova della pandemia

Claudia D’Antoni 

Qual è lo stato dell’arte sull’accoglienza dei MSNA alla prova emergenza sanitaria? Quali strategie sono state messe in atto per garantire un adeguato supporto ai MSNA durante la pandemia? Il presente contributo, prova a fare il punto sul tema, a partire dall’esperienza del gruppo di ricerca sui MSNA coordinato dalla Prof.ssa Carmelina Chiara Canta dell’Università degli Studi di Roma Tre, nonché dal quadro ricostruito dai monitoraggi dell’Agia, in collaborazione con i garanti regionali, delle province autonome e dei tribunali per i minorenni.

What is the state of the art on the reception of unaccompanied minors during the health emergency? What strategies have been implemented to ensure adequate support for unaccompanied minors during the pandemic? This contribution tries to make the point of the topic, starting from the experience of the research group on unaccompanied minors coordinated by Prof. Carmelina Chiara Canta of the University of Roma Tre, as well as from the picture reconstructed by the monitoring of the Agia, in collaboration with regional authorities, autonomous provinces and juvenile courts.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/6

Donne e madri migranti: una riflessione sulle famiglie transnazionali.

Flavia Lucidi 

Protagoniste di questo saggio sono le donne migranti e il loro ruolo nei processi migratori: sono madri, mogli, figlie, sorelle che hanno lasciato il loro Paese e si sono stabilite a vivere altrove, spesso tendendo a mantenere continui e significativi legami con il Paese d’origine, malgrado le distanze e le frontiere. Le distanze a cui si fa riferimento non sono solo quelle del conteggio chilometrico e dei fusi orari, sono soprattutto distanze affettive ed emotive. L’intento di questo contributo, in particolar modo, è quello di analizzare la relazione genitoriale madri-figli “a distanza” in un’ottica socio-pedagogica e indagare l’impatto che il fenomeno dell’emigrazione esercita sia sul genitore che ha intrapreso il percorso migratorio sia sui figli minori rimasti in patria.

The protagonists of this essay are migrant women and their role in migratory processes: they are mothers, wives, daughters, sisters who have left their country and have settled to live elsewhere, often tending to maintain continuous and significant ties with the country of origin, despite distances and frontiers. The distances referred to are not only those of the kilometer count and time zones, but they are also above all affective and emotional distances. The intent of this contribution is to analyze the "remote" mother-child parental relationship from a sociopedagogical perspective and to investigate the impact that the phenomenon of emigration has on the parent who has undertaken the migration path and on the minor children who remained at home.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/7

Donne migranti: badanti o leader? Dalle strategie individuali per ostacolare la caduta della traiettoria dei migranti alle soluzioni collettive per superare la badantizzazione del welfare e promuovere lo spazio etico-politico della cura

Marinella Pepe 

A partire dalla seconda metà del ‘900 la femminilizzazione della sfera pubblica, le trasformazioni legate al mercato del lavoro e i cambiamenti demografici hanno ridisegnato i tempi di vita dei singoli, delle famiglie e delle città, hanno decostruito i tradizionali ruoli di genere rimettendo in discussione gli equilibri tra sfera pubblica e privata, tra pubblico e domestico, tra cura e lavoro di cura. Il saggio parte da queste premesse e, prendendo spunto da quanto emerso nell’ambito della ricerca empirica sull'associazionismo delle donne migranti, indaga le strategie messe in campo dalle donne migranti per contenere il processo di caduta della traiettoria individuale in un contesto economico-sociale caratterizzato dalla badantizzazione del welfare. Traccia, poi, un nuovo scenario epistemologico e politico, caratterizzato da un’idea di cura ancorata a una visione comunitaria e di interdipendenza, solidale.

Since the second half of the 20th century, the feminization of the public sphere, transformations related to the labor market and demographic changes have reshaped the life times of individuals, families and cities, deconstructed traditional gender roles and called into question the balance between public and private spheres, public and domestic, care and care work. The essay starts from these premises and, taking its cue from the findings of empirical research on migrant women's associationism, investigates the strategies deployed by migrant women to contain the process of the fall of the individual trajectory in an economic-social context characterized by the caregiving of welfare. It then traces a new epistemological and political scenario, characterized by an idea of care anchored in a communitarian and interdependent, solidary vision.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/8

L’analisi del ruolo delle donne del Mediterraneo nei processi culturali, sociali e religiosi negli studi di Chiara Carmelina Canta

Chiara Carbone 

Nel lavoro scientifico di Chiara Carmelina Canta il contributo che la sociologa siciliana offre all’analisi della relazione tra il ruolo delle donne e la pluralità culturale e religiosa nel Mediterraneo è ricco e esaustivo; due argomenti principali declinati nelle forme del dialogo interreligioso e del multiculturalismo contemporaneo. Già nel suo lavoro Sfondare la notte. Religiosità, modernità e cultura nel pellegrinaggio notturno alla Madonna del Divino Amore (2004), un’attenzione al ruolo delle donne pellegrine era presente nell’analisi del culto della Madonna e della rete costruita dal protagonismo delle donne, nell’organizzazione del pellegrinaggio al santuario del Divino Amore a Roma. La sociologa si concentra sull’intersezione tra il ruolo delle donne e il loro rapporto con i processi culturali nel Mediterraneo e la produzione della conoscenza, soprattutto nei testi: Le pietre scartate. Indagine sulle teologhe in Italia (2014), Voci di donne dal Mediterraneo (2017) e Il Femminino Mediterraneo(2019) . In queste analisi è doveroso soffermarsi sugli aspetti teorici connessi al rapporto tra l’immigrazione femminile, le comunità religiose e le culture del mare.

In the scientific work of Chiara Carmelina Canta, the contribution that the Sicilian sociologist offers to the analysis of the relationship between the role of women and cultural andand religious plurality in the Mediterranean is rich and exhaustive; two main topics declined in the forms of interreligious dialogue interreligious dialogue and contemporary multiculturalism. Already in her work Breaking through the night. Religiosity, modernity and culture in the nocturnal pilgrimage to the Madonna del Divino Amore (2004), attention to the role of women pilgrims was present in the analysis of the cult of the Madonna and the network built by the protagonism of women in the organisation of the pilgrimage to the sanctuary of Divino Amore in Rome. The sociologist focuses on the intersection between the role of women and their relationship with cultural processes in the Mediterranean and the production of knowledge, especially in texts: Discarded Stones. Survey of women theologians in Italy (2014), Voices of Women from the Mediterranean (2017) and The Mediterranean Feminine(2019) . In these analyses it is necessary to dwell on the theoretical aspects related to the relationship between female immigration, religious communities and cultures of the sea.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/9

Voce di donne del Mediterraneo. Perchè Colei per la quale si scrive è una Donna del e per il Mediterraneo, così come colei che scrive

Francesca Fiocca 

Parte tutto da un incontro. Un incontro è quel frammento spazio-temporale, emozionale ed energetico in cui due o più "umanità" entrano in contatto tra loro.  Anche questo saggio parte da un incontro, un incontro tra due donne che, grazie a dei comun denominatori, hanno realizzato, anzi, continuano a realizzare un pezzetto di cammino professionale e amicale insieme. Due donne del e per il Mediterraneo.  Con il presente saggio, si intende dar voce ad una riflessione sociologica incentrata, per l'appunto, sul tema  dell' "incontro" tra identità culturali femminili differenti e sul significato e sul valore del        "dialogo" tra voci di donne "coinquiline” del luogo par excellance di "incontri di civiltà"  e di dialogo tra Culture:  il Mediterraneo (Canta, Pepe 2007).  D'altro canto, cos'è la vita se non il "Panta Rei dell'incontrarsi", un incessante divenire di attimi in cui gli uomini, animali sociali come asseriva Aristotele, realizzano la propria natura entrando in contatto l'un l'altro, scoprendo nell'alterità, quell'infinito sorprendente che permette di risalire alla vera essenza ?

Everything starts from an encounter. An encounter is that emotional and energetic  spatio-temporal fragment in which two or more "human beings" come into contact with each other.  Indeed this essay starts from an encounter, an encounter between two women who have realized a professional and friendly path together. Two women from and for the Mediterranean Area. This essay  intend to give voice to a sociological reflection focused, in fact, on the theme of the "encounter" between different female cultural identities and on the meaning and on the value of the "dialogue" between women who are “roommates” in the same territory: the Mediterranean Area, famous for being the place par excellance of "civilization encounter"  and of the dialogue amoung cultures:  (Canta, Pepe 2007).  Actually, what is life but the "Panta Rei of encounters” when the human beings, the social animals, as Aristotele said, realize their nature by coming into contact with each other, discovering in diversity, that surprising infinity that allows  everybody to return to the true essence ?

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/10

‘Camminare liberi sotto il sole’. Il profumo della cultura e delle donne

Alba Francesca Canta 

«Costruire una società che sta cambiando è come cambiare le ruote di un treno in corsa, piuttosto che ricostruire una casa su nuove fondamenta»: così scriveva Karl Mannheim nel 1972. Allo stesso modo, a più di un secolo di distanza, la Professoressa Canta riprende le parole dell’Autore per spiegare i processi di cambiamento che caratterizzano la nostra società ancora oggi. Il contributo scientifico della Professoressa ha rappresentato un tentativo di sagomare queste trasformazioni velocissime per costruire una società rigenerata. In particolar modo, i processi culturali e la questione di genere hanno rappresentato due temi essenziali nelle ricerche della Professoressa Canta, oltre che un punto di incontro con gli studi di scrive, seppur nati in ambiti disciplinari differenti. Nel presente saggio si cercherà di raccontare e intrecciare i punti comuni della ricerca della Professoressa e di chi scrive.

«Building a changing society is like changing the wheels of a running train, rather than rebuilding a house on a new foundation», said Karl Mannheim in 1972. Similarly, more than a century later, Professor Canta takes up the words of the author to explain the processes of change that characterize our society even today. The Professor’s scientific contribution was an attempt to shape these rapid transformations to build a regenerated society. In particular, cultural processes and the issue of gender have represented two essential themes in the research of Professor Canta, as well as a meeting point with the studies of writers, albeit born in different disciplinary fields. In this essay we will try to narrate and intertwine the common points of the research of the Professor and the writer.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/11

La centralità dell’educazione per la democrazia in Karl Mannheim

Andrea Casavecchia 

L’articolo si propone di evidenziare, innanzitutto, il contributo del lavoro di Carmelina Chiara Canta teso a valorizzare Karl Mannheim. La ricerca e l’analisi critica si concentra soprattutto sul periodo finale dell’elaborazione del sociologo di origini ungheresi, nella quale si sviluppa la proposta di Terza via (Pianificazione democratica per la libertà) come superamento di una società in crisi che aveva portato alla costituzione di Stati totalitari e allo scontro bellico della Seconda Guerra Mondiale. In secondo luogo, l’articolo evidenzia la centralità del ruolo dell’educazione (tecnica di controllo sociale per Mannheim) per coinvolgere ogni cittadino nella costruzione della democrazia in modo che siano rispettate libertà e uguaglianza. L’obiettivo conclusivo è mostrare l’attualità di alcune delle categorie interpretative del sociologo ungherese.

The article points to highlight, first of all, the contribution of Carmelina Chiara Canta's work aimed at enhancing Karl Mannheim. The research and critical analysis focus above all on the final period of the elaboration of the sociologist of Hungarian origin, in which he develops the proposal of the Third Way (Democratic planning for freedom) as an overcoming of a society in crisis which had led to the establishment of Totalitarian States and the War of World War II. Secondly, the article highlights the centrality of the role of education (social control technique for Mannheim) to involve every citizen in the construction of democracy so that freedom and equality are respected. The goal is to demonstrate the topicality of some of the interpretative categories of the Hungarian sociologist.

DOI: 10.13134/979-12-5977-233-6/12

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