L’università dall’autonomia all’eteronomia? Come riequilibrare un percorso critico

A cura di:  Andrea Casavecchia, Donatella Poliandri, Marco Pitzalis
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: maggio 2025
Pagine: 243
ISBN: 979-12-5977-462-0
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Abstract

Quale ruolo può ancora svolgere l’università come istituzione pubblica, in un contesto sempre più orientato alla competizione e alla misurabilità delle performance? “L’università dall’autonomia all’eteronomia. Come riequilibrare un percorso critico” propone una riflessione corale sulle profonde trasformazioni che hanno investito il sistema universitario italiano negli ultimi trent’anni. Il volume analizza la crescente tensione tra autonomia accademica e condizionamenti esterni, in particolare quelli derivanti dai modelli del New Public Management e dal processo di platformisation, che ne ridefiniscono i confini tra funzione pubblica e logiche di mercato. A partire dalle tre missioni fondamentali dell’università — didattica, ricerca e terza missione — i contributi raccolti offrono chiavi di lettura critiche, empiricamente fondate, sui mutamenti in atto. Il volume nasce dal seminario nazionale promosso dalla Sezione di Sociologia dell’Educazione dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS), svoltosi nel gennaio 2024 presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre. A partire da quel confronto, il volume si pone come strumento di riflessione collettiva e proposta critica. L’obiettivo è stimolare un dibattito consapevole su come ripensare il ruolo dell’università come istituzione pubblica, capace di produrre conoscenza, inclusione e responsabilità sociale in un contesto sempre più complesso.

 

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Quale ruolo può ancora svolgere l’università come istituzione pubblica, in un contesto sempre più orientato alla competizione e alla misurabilità delle performance? “L’università dall’autonomia all’eteronomia. Come riequilibrare un percorso critico” propone una riflessione corale sulle profonde trasformazioni che hanno investito il sistema universitario italiano negli ultimi trent’anni. Il volume analizza la crescente tensione tra autonomia accademica e condizionamenti esterni, in particolare quelli derivanti dai modelli del New Public Management e dal processo di platformisation, che ne ridefiniscono i confini tra funzione pubblica e logiche di mercato. A partire dalle tre missioni fondamentali dell’università — didattica, ricerca e terza missione — i contributi raccolti offrono chiavi di lettura critiche, empiricamente fondate, sui mutamenti in atto. Il volume nasce dal seminario nazionale promosso dalla Sezione di Sociologia dell’Educazione dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS), svoltosi nel gennaio 2024 presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre. A partire da quel confronto, il volume si pone come strumento di riflessione collettiva e proposta critica. L’obiettivo è stimolare un dibattito consapevole su come ripensare il ruolo dell’università come istituzione pubblica, capace di produrre conoscenza, inclusione e responsabilità sociale in un contesto sempre più complesso.

 

What role can the university still play as a public institution in a context increasingly driven by competition and performance metrics? “From autonomy to heteronomy? Rebalancing a Critical Path in the University” offers a collective reflection on the profound changes that have reshaped the Italian university system over the last thirty years. The volume explores the growing tension between academic autonomy and external constraints, particularly those stemming from New Public Management models and the rise of platformisation, which blur the boundaries between public mission and market logic. Focusing on the three core missions of the university - teaching, research and third mission - the collected essays provide critical and empirically grounded perspectives on the changes underway. The volume is the result of a national seminar organised by the Sociology of Education Section of the Italian Sociological Association (AIS), held at the Faculty of Education of Roma Tre University in January 2024. Building on this dialogue, the book offers both critical insights and forward-looking proposals. Its aim is to promote an informed debate on how to reimagine the university as a public institution committed to knowledge production, inclusion and social responsibility in a complex global context.

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What role can the university still play as a public institution in a context increasingly driven by competition and performance metrics? “From autonomy to heteronomy? Rebalancing a Critical Path in the University” offers a collective reflection on the profound changes that have reshaped the Italian university system over the last thirty years. The volume explores the growing tension between academic autonomy and external constraints, particularly those stemming from New Public Management models and the rise of platformisation, which blur the boundaries between public mission and market logic. Focusing on the three core missions of the university - teaching, research and third mission - the collected essays provide critical and empirically grounded perspectives on the changes underway. The volume is the result of a national seminar organised by the Sociology of Education Section of the Italian Sociological Association (AIS), held at the Faculty of Education of Roma Tre University in January 2024. Building on this dialogue, the book offers both critical insights and forward-looking proposals. Its aim is to promote an informed debate on how to reimagine the university as a public institution committed to knowledge production, inclusion and social responsibility in a complex global context.

Contributi

La mission didattica dell’università italiana nell’era post covid-19

Maddalena Colombo 

Durante e dopo l’emergenza Covid-19 l’Università itaiana ha vissuto un’accelerazione di cambiamenti che hanno esaltato la sua funzione centrale nel learnfare favore dei giovani studenti, in bilico tra rischi ansiogeni, inoccupazione e sottoccupazione, e insoddisfazione nella vita sociale. Di fatto, durante il lockdown l’università ha continuato a rappresentare un luogo della quotidianità da cui trarre risorse indispensabili alla crescita. Lo stravolgimento della didattica, cioè la digitalizzazione di tutte le forme di trasmissione accademica, ha costituito uno spartiacque sia esperienziale sia teorico-strutturale, tra l’università delle relazioni (prima) e l’università delle prestazioni. Il saggio ha l’obiettivo di analizzare se e come la nuova mission didattica dell’università nell’era post-Covid è stata in grado, dopo gli adattamenti emergenziali e poi a regime, di svolgere efficacemente il suo duplice ruolo, come pilastro dello sviluppo di competenze/life skills e come agente di learnfare per la riduzione delle disuguaglianze e canale di partecipazione democratica. Si analizza la didattica accademica con riferimento a: la digitalizzazione, l’introduzione dei meccanismi di valutazione della qualità e  l’internazionalizzazione. La tesi è che tali processi di mutamento hanno sempre più spinto a cambiare la didattica, ma non sempre nella prospettiva del benessere della popolazione giovanile e dell’engagement degli studenti. In conclusione si traggono alcune lezioni dal Covid-19: si è trattato di un esperimento educativo e sociale per l’Italia che era in ritardo sul piano delle ITC e delle digital skills  e si è resa visibile la necessità di modificare, nella didattica, le fondamenta del modello cattedratico purtroppo interiorizzate dalla gran parte degli accademici basato su unilateralità, uniformità, risparmio di tempo.

During and after the Covid-19 emergency, the Italian university experienced an acceleration of changes that enhanced its central function in the learnfare of young students, poised between anxious risks, unemployment and underemployment, and dissatisfaction in social life. In fact, during the lockdown, the university continued to represent a place in everyday life from which to draw indispensable resources for growth. The changes in the teaching model, i.e. the digitisation of all forms of academic transmission, constituted both an experiential and theoretical-structural watershed between the university of relationships (before) and the university of performance. The essay aims to analyse whether and how the new didactic mission of the university in the post-Covid era has been able, after the emergency and then full-scale adaptations, to effectively fulfil its dual role, as a pillar of competence/life skills development and as an agent of learnfare for the reduction of inequalities and a channel for democratic participation. Academic teaching is analysed with reference to: digitisation, the introduction of quality assessment mechanisms and internationalisation. The thesis is that these processes of change have increasingly prompted changes in didactics, but not always from the perspective of student welfare and student engagement. In conclusion, some lessons can be drawn from Covid-19: it was an educational and social experiment for Italy, which was lagging behind in terms of ICT and digital skills, and the need to change, in didactics, the foundations of the didactic model unfortunately internalised by most academics based on one-sidedness, uniformity, and time-saving became visible.

L’aula come sfida culturale per la professione accademica nell’università neoliberista

Assunta Viteritti 

L’aula universitaria è un contesto sociale eterogeneo che sfida il modello accademico tradizionale, richiedendo un ripensamento della didattica. Studenti con background diversi portano istanze e bisogni che devono emergere. La proceduralizzazione rischia di soffocare questo spazio plurale. Il contributo riflette su come l’aula venga trasformata dagli studenti, interrogando criticamente la professione docente.

The university classroom is a heterogeneous social context that challenges the traditional academic model, requiring a rethinking of teaching methods. Students from diverse backgrounds bring needs and demands that must be acknowledged. Proceduralization risks stifling this plural space. This contribution reflects on how students transform the classroom, critically questioning the teaching profession.

Percorsi partecipativi per rinnovare la didattica universitaria

Andrea Casavecchia 

I processi di digitalizzazione e l’ampliamento della platea degli studenti agli studenti lavoratori interrogano le modalità di esercizio della didattica. Se da un lato aumentano le esperienze di insegnamento blended, dall’altro si pone la questione fondativa sui contenuti di una didattica di livello terziario. All’interno di questo contesto il contributo mira ad approfondire l’interazione tra acquisizione di conoscenze teoriche e competenze pratiche attraverso esperienze partecipative che possano accrescere l’integrazione degli studenti nella vita universitaria. A partire dall’osservazione dei risultati prodotti da un laboratorio di sociologia visuale si mostrano le potenzialità di una proposta relazionale tra docenti e studenti. Emerge l’esigenza autoriflessiva degli studenti, che sentono il bisogno di indagare su alcune loro condizioni di vita (ad es. il rapporto progetto di vita e Università o la verifica del percorso scelto). L’individuazione di alcuni punti critici tratti dall’osservazione della pratica del laboratorio può aiutare a sottolineare alcuni tasselli per elaborare nuove proposte educative oltre che circoscrivere i rischi di drop out nell’higher education

Digitalisation and the growth in student numbers, which include more and more working students, challenge teaching methods. As blended teaching experiences increase, the fundamental question of the content of teaching at tertiary level also arises. In this context, the contribution aims to investigate the interplay between the acquisition of theoretical knowledge and practical skills through participatory experiences that can increase students' integration into university life. The observation of the results produced by a visual sociology workshop shows the potential of a relational proposal between lecturers and students. A self-reflective need emerges on the part of the students, who feel the need to deepen certain conditions of life (e.g. the relationship between life project and university or the verification of the chosen path). Some critical points emerge from the observation of the workshop practice, which can help to define some pieces to develop new educational proposals and limit the risks of drop-out in higher education.

Come sta cambiando l’orientamento universitario? Processi, contesti e attori

Ciro Cangiano 

Il saggio affronta il tema dell’orientamento universitario in una prospettiva sociologica, con l’obiettivo di esplorare e di problematizzare le principali direttrici di cambiamento che lo attraversano. Lo studio, basato su una ricerca empirica di taglio qualitativo, si è concentrato sui 19 atenei italiani pubblici di grandi dimensioni (da 20 mila a 40 mila iscritti). Nel corso della ricerca sono state condotte 17 interviste in profondità, a cui hanno complessivamente partecipato 21 referenti dell’orientamento in ingresso e 5 delegati del rettore all’orientamento, e sono state realizzate delle sessioni di etnografia digitale, volte a raccogliere dati sui siti internet istituzionali e sui canali social delle istituzioni accademiche prese in esame. L’analisi del materiale empirico mette in luce un quadro di persistenti disuguaglianze sociali e territoriali, in cui emergono forme inconsapevoli di ibridazione tra le pratiche orientative, tradizionalmente pensate per sostenere gli studenti nella costruzione del loro percorso formativo e professionale, e le pratiche comunicative, centrate principalmente sulle esigenze delle istituzioni universitarie.

This paper addresses the issue of university guidance from a sociological perspective, with the aim of exploring and problematising the main lines of change that cross it. The study, based on qualitative empirical research, focused on 19 great public Italian universities (20,000 to 40,000 students). The empirical phase of the research was conducted through two interconnected steps. The first involved a desk analysis of the content of universities’ recruitment activities and their promotion through websites and official social media channels. The second step included 17 in-depth interviews conducted with recruitment managers from academic institutions examined. The analysis highlights a scenario of persistent social and territorial inequalities, in which unconscious forms of hybridisation emerge between the guidance practices, traditionally designed to support students in the construction of their educational and professional path, and the communication practices, mainly focused on the institutional needs.

Dalla riproduzione alla produzione di sapere. L’avvicinamento alla ricerca nei processi di apprendimento

Alessio Ceccherelli 

Negli ultimi decenni il sistema universitario italiano è stato oggetto di numerose trasformazioni normative, che hanno avuto importanti ripercussioni sulla qualità e sulla modalità della didattica, spesso innescando veri e propri cortocircuiti educativi. Tali dinamiche derivano dalla combinazione tra la diminuzione delle risorse economiche disponibili, il costante incremento degli studenti e il permanere di strategie didattiche e valutative prevalentemente basate sulla memorizzazione e sulla riproduzione passiva di contenuti già noti. A partire da questa situazione problematica, il saggio presenta una sperimentazione concreta realizzata nell’ambito dell’insegnamento di Sociologia dell’Educazione presso l’Università di Roma Tor Vergata. Questa esperienza didattica cerca di superare il limite dell’approccio riproduttivo, introducendo la pratica della ricerca direttamente nel percorso formativo. Attraverso l'adozione di un modello di valutazione articolato - che prevede test strutturati, domande aperte e soprattutto un project work basato su attività di ricerca desk e field - gli studenti sono stati stimolati a sviluppare competenze analitiche e interpretative, partecipando attivamente alla costruzione di nuovo sapere. Nonostante le inevitabili difficoltà gestionali legate ai grandi numeri e alla poca esperienza degli studenti con la metodologia della ricerca, l’approccio proposto ha favorito un apprendimento più profondo, critico e consapevole, restituendo alla didattica universitaria una funzione realmente formativa ed euristica.

Over recent decades, the Italian university system has undergone numerous regulatory reforms, significantly impacting teaching quality and methodologies, often leading to educational short-circuits. These dynamics stem from the combination of shrinking financial resources, steadily increasing student enrollments, and persistent reliance on didactic and evaluative approaches predominantly centered around memorization and passive reproduction of established knowledge. Starting from this problematic scenario, this essay describes an innovative teaching experiment carried out within a Sociology of Education course at the University of Rome Tor Vergata. The experience aims to overcome the limitations of reproductive learning by integrating research practices directly into the educational pathway. Adopting a diversified evaluation model - comprising structured tests, open-ended questions, and, notably, project work based on desk and field research - students were encouraged to develop analytical and interpretative skills, actively engaging in the production of new knowledge. Despite inevitable management challenges posed by high student numbers and their initial unfamiliarity with research methodologies, this approach has fostered deeper, critical, and more reflective learning, thereby restoring a genuinely formative and heuristic dimension to university teaching.

Università, accelerazione, processi di ri-soggettivazione. Note critiche per un’agenda di ricerca

Martina Visentin  Orazio Giancola 

Le recenti riforme universitarie hanno intensificato la valutazione accademica, spingendo verso una cultura dell'accelerazione e dell'iper-produttività, con una forte enfasi su pubblicazioni, finanziamenti e visibilità. Questo ha reso il percorso accademico più selettivo e incerto, portando i ricercatori a sviluppare strategie diverse: alcuni si adattano, altri cercano vie di mediazione, altri ancora resistono, come nel movimento della slow academia, che promuove una ricerca più sostenibile e attenta al benessere lavorativo e personale. L'analisi delle dinamiche dell'accelerazione sociale nel contesto accademico italiano rivela tensioni tra valutazioni stringenti e strategie individuali, evidenziando le sfide e le contraddizioni della vita accademica. Le riforme, facendo leva sulle retoriche dell'eccellenza e della qualità, rischiano di generare precarietà, standardizzazione e problemi di benessere psicologico. Nel capitolo si propone una riflessione critica sulla fast academia e si promuove il dibattito sulla slow academia per un sistema più sostenibile. Infine, si delinea un'agenda di ricerca futura che integri produttività e sostenibilità, competizione e collaborazione.

Recent university reforms have intensified academic evaluation, driving a culture of acceleration and hyper-productivity, with a strong emphasis on publications, funding, and visibility. This has made the academic career path more selective and uncertain, leading researchers to develop different strategies: some adapt, others seek compromises, while others resist, as seen in the slow academia movement, which promotes more sustainable research and greater attention to both professional and personal well-being. The analysis of social acceleration dynamics in the Italian academic context reveals tensions between strict evaluation criteria and individual strategies, highlighting the challenges and contradictions of academic life. Reforms, leveraging the rhetoric of excellence and quality, risk generating precarious conditions, standardization, and psychological well-being issues. This chapter offers a critical reflection on fast academia and encourages debate on slow academia as a pathway to a more sustainable system. Finally, a future research agenda is outlined, integrating productivity and sustainability, competition and collaboration.

Early Career Academics in Italia: scenari in divenire delle riforme del pre-ruolo.

Marialuisa Villani 

Il presente contributo analizza criticamente le trasformazioni che, negli ultimi venticinque anni, hanno interessato il percorso pre-ruolo nel sistema accademico italiano, ridefinendo profondamente le traiettorie professionali degli Early Career Academics (ECA). Attraverso un inquadramento teorico che richiama la governance neoliberale dell’università, si evidenzia come le riforme – dalla Legge Moratti (2005) alla Legge Gelmini (2010), fino al recente decreto PNRR2 (2022) e al DDL 1240 (2024) – abbiano contribuito alla progressiva precarizzazione della carriera accademica. L’introduzione di nuovi contratti, meccanismi di valutazione selettivi e modelli di tenure track fortemente diseguali ha determinato un contesto di crescente incertezza, competizione e diseguaglianza. In particolare, il sistema appare segmentato e polarizzato, penalizzando i giovani ricercatori non inseriti in reti accademiche consolidate o provenienti da atenei periferici. Inoltre, il contributo mette in luce come le disuguaglianze di genere, le asimmetrie disciplinari e le condizioni di marginalità restino in gran parte invisibili, ma strutturalmente rilevanti. Il quadro che emerge è quello di un sistema accademico attraversato da processi di managerializzazione, valutazione iper-performativa e frammentazione contrattuale, in cui le aspettative di eccellenza coesistono con condizioni lavorative instabili. L’articolo conclude proponendo la necessità di un ripensamento profondo del modello di governance universitaria, al fine di garantire equità, inclusione e sostenibilità alle nuove generazioni di studiosi.

This paper offers a critical analysis of the transformations that have reshaped the pre-tenure pathway in the Italian academic system over the past twenty-five years, profoundly redefining the career trajectories of Early Career Academics (ECAs). The analysis is grounded in a theoretical framework informed by neoliberal university governance, which enables a deeper understanding of how reforms – from the Moratti Law (2005) and the Gelmini Law (2010) to the recent PNRR2 decree (2022) and the DDL 1240 bill (2024) – have contributed to the progressive precarisation of academic profession. The introduction of new contractual arrangements, selective evaluation mechanisms, and highly uneven tenure-track models has created a landscape marked by uncertainty, competition, and structural inequalities. The system appears increasingly fragmented and polarised, especially disadvantaging early-stage researchers who are not embedded in powerful academic networks or who are affiliated with peripheral institutions. The paper further highlights the persistence of gender inequalities, disciplinary asymmetries, and marginalised conditions that remain largely invisible yet structurally significant. The broader picture is one of an academic profession shaped by managerialism, hyper-performance evaluation, and contractual fragmentation, where the pursuit of excellence coexists with chronic job insecurity. The article concludes by calling for a fundamental rethinking of university governance in order to promote equity, inclusion, and sustainability for the next generation of scholars.

Macchine, algoritmi e esseri umani. L’accademia verso una produzione di conoscenza distribuita

Paolo Do 

L'articolo presenta l’università come un emergente “ecosistema dei saperi” dove agenti eterogenei danno vita a una produzione di conoscenza “distribuita” fatta di continui assemblaggi e combinazioni tra attori istituzionali pubblici, aziende private e attanti “more-than-human”. Questo studio sociologico analizza la produzione di sapere scientifico e il lavoro di quegli accademici che utilizzano i servizi a pagamento che affiancano, aiutano, sostengono e condizionano le pratiche della ricerca nel suo complesso.

The article presents the university as an emerging 'knowledge ecosystem' where heterogeneous agents give rise to a 'distributed' knowledge production made of continuous assemblages and combinations of public institutional actors, private companies and 'more-than-human' actors. This sociological study analyses the production of scientific knowledge and the work of those academics who use paid services that flank, aid, support and condition research practices as a whole.

L’emergere della Terza Missione nell’università italiana: tra affermazione del New Public Management ed eclisse dell’autonomia

Agnese Desideri  Sandro Landucci  Silvia Pezzoli 

Questo contributo si prefigge di analizzare l’emersione e la formalizzazione della Terza Missione nelle università italiane, storicamente caratterizzate da una tradizione di governo “napoleonica”.  Si sofferma sulla relazione tra la formalizzazione della Terza Missione e l’affermarsi dei principi del New Public Management. L’analisi si basa su un corpus di documenti organizzato in ordine cronologico e secondo una classificazione tripartita in: leggi e regolamenti; letteratura “grigia” (report di organizzazioni internazionali e ONG); letteratura accademica.

This paper aims to analyze the emergence and formalization of the Third Mission in Italian universities, historically characterized by a “Napoleonic” tradition of governance. It focuses on the relationship between the formalization of the Third Mission and the affirmation of the principles of New Public Management. The analysis is based on a corpus of documents organized in chronological order and according to a tripartite classification in: laws and regulations; “grey” literature (reports of international organizations and NGOs); academic literature.

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