Abstract
La pubblicazione dei contributi qui accolti esce in un periodo caratterizzato dalla riforma 1.15 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, intitolata “Dotare le pubbliche amministrazioni di un sistema unico di contabilità economico patrimoniale accrual”. Pertanto, le riflessioni sull’utilità del modello contabile di tipo economico-patrimoniale, sul suo grado di diffusione in specifici comparti e sull’applicazione dei connessi principi contabili a specifici fatti di gestione, sono temi di sicuro interesse. Nel primo capitolo, Claudio Columbano (Università degli Studi Roma Tre) rivisita l’annoso tema del “valore aggiunto” che l’adozione di un modello contabile di tipo economico-patrimoniale (Co.Ep.) può avere nelle Amministrazioni pubbliche. L’analisi si svolge mediante una serie di valutazioni comparative di diversi modelli contabili sulla base della tradizionale ripartizione in: (i) finalità informative; (ii) oggetto e metodo delle rilevazioni; (iii) criteri di imputazione di entrate e uscite ai diversi periodi amministrativi. Nel secondo capitolo, Fabio Giulio Grandis, Valentina Santolamazza e Giorgia Mattei (Università degli Studi Roma Tre) studiano lo stato dell’arte del processo di armonizzazione contabile del variegato comparto degli “Enti pubblici non economici”. L’indagine empirica, svolta mediante la somministrazione di un questionario a 914 Amministrazioni, ha consentito di raccogliere informazioni su ben 253 Enti. Nel terzo capitolo, Davide Eltrudis (Università degli Studi di Cagliari) e Fabrizio Tesseri (Ministero dell’Economia e delle Finanze) analizzano le conseguenze della eventuale adozione del criterio del fair value nella valutazione degli strumenti finanziari derivati per le Amministrazioni pubbliche che adottano la Co.Fi. L’analisi è svolta a partire dall’esperienza del derivato sottoscritto dalla Regione Puglia nel 2003 e liquidato in occasione del bond buyback nel 2015-2016.
The publication of the chapters of this volume takes place in a period characterized by the implementation of reform n. 1.15 of the National Recovery and Resilience Plan, titled “Providing public administrations with a unique system of accrual accounting.” Therefore, it is certainly useful to reflect on the usefulness of accrual accounting, on its diffusion amongst public sector entities and on the application of specific accounting and reporting principles to public administrations. In the first chapter, Claudio Columbano (Università degli Studi Roma Tre) re-examines the vexed question of which “value-added” can accrual accounting provide to public administrations. The analysis is performed through the comparative evaluation of accounting systems based on (1) the purpose of accounting systems; (2) the method and the scope of accounting entries; (3) the recognition, valuation and accrual principles. In the second chapter, Fabio Giulio Grandis, Valentina Santolamazza and Giorgia Mattei (Università degli Studi Roma Tre) study the state of the art on accounting harmonization in the highly diverse sub-sector of the “Non-economic public entities”. The empirical study, performed through a questionnaire targeted at 914 entities, has allowed to gather data from 253 administrations. In the third chapter, Davide Eltrudis (Università degli Studi di Cagliari) and Fabrizio Tesseri (Ministero dell’Economia e delle Finanze) examine the consequences of the potential adoption of the fair value criterion in the evaluation of derivative instruments by Italian public administrations that currently adopt the cameralistic accounting system. The analysis is performed based on the experience of the derivative instrument acquired by Region Puglia in 2003 and liquidated during a bond buyback in 2015-2016.