Abstract
Nel processo di trasformazione delle città in capitali e di creazione di strutture materiali e simboliche che facessero da sfondo alle nuove corti e al ruolo da esse assunto nello scenario europeo di età moderna, la città di Roma si distingue per il suo richiamo alla romanità e al suo ruolo di centro della cristianità: elementi che tracciano l’immagine della patria communis per quanti vi si vogliano stabilire o soggiornarvi temporaneamente. Iscrivendosi in un settore di studi che ha privilegiato il carattere ‘aperto’ delle città di Antico Regime guardando alla mobilità come ad un fattore intrinseco, i saggi qui raccolti ripercorrono i percorsi di individui e gruppi provenienti dagli Antichi Stati Italiani o d’Oltralpe attraverso la documentazione fornita dalle tante istituzioni che presiedevano all’accoglienza o che controllavano le identità confessionali e i comportamenti degli inurbati. La varietà della rete di istituzioni che accolsero i bisogni e le aspettative degli ‘immigrati’ costituisce la peculiarità di questo volume, in cui le indagini dei diversi autori, gli spazi e i tempi da essi investigati, compongono un mosaico che vuole dar conto, attraverso le quattro sezioni in cui è suddiviso, dei diversi sguardi che si posarono sui forestieri e del variegato e talora contraddittorio rapporto di costoro con la società d’accoglienza. Ciò nel tentativo di approssimarsi ad un’immagine della Roma moderna in cui convivono diversi tipi di società – quella globalizzata, quella corporata, quella clientelare – e in cui si sovrappongono e si intersecano, col fluire delle generazioni e delle ondate migratorie, identità molteplici.