Le crisi della contemporaneità. Una prospettiva sociologica

Le crisi della contemporaneità. Una prospettiva sociologica
A cura di:  Marco A. Quiroz Vitale, Mauro Giardiello
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: dicembre 2016
Pagine: 217
ISBN: 978-88-97524-91-5
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Abstract

Il libro affronta le pluralità delle crisi soggettive, culturali, politiche e istituzionali che attraversano la società contemporanea. A seguito della trasformazione del sistema Fordista, del declino del Welfare State e della crisi finanziaria del 2008, non solo la povertà, l’emarginazione ma anche altre forme di tensioni e asincronie sono emerse all’interno della modernità destrutturando il mito e la narrazione della crescita e del progresso razionale.

Il volume, attraverso una prospettiva sociologica e interdisciplinare, passa in rassegna le diverse articolazioni che le crisi hanno assunto in seno alla modernità. Particolari attenzioni sono conferite da una parte ai temi del razzismo, alle vittime della crisi quali gli adulti senza fissa dimora e i giovani, al fenomeno del populismo e dall’altra alla nuova forma di governamentalità, al rapporto tra criminologia e crisi economica attraverso la ricerca sui colletti bianchi e alla questione dell’interdipendenza tra diritto penale e devianza sociale.

Contributi

Introduzione

Mauro Giardiello
Marco A. Quiroz Vitale

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/1

Gino Germani e la questione razziale

Ana Grondona

Il lavoro propone una rilettura della prospettiva di Gino Germani sulla modernizzazione a partire dai modi in cui ha affrontato la questione razziale. Nonostante non rappresenti uno dei temi  centrali della teoria di Germani  è sorprendente la regolarità con la quale questo problema è apparso nel corso dei suoi lavori. La proposta di analizzare con maggior attenzione questa problematica  è un invito a sfuggire ad una lettura di Germani che crediamo di conoscere e i cui interessi non sembrano ormai essere i nostri (chi potrebbe, dopo tutta l'acqua passata sotto i ponti, illudersi con la promessa della transizione a una società moderna?), per incontrarne (o, forse, per produrne) un altro che possa conversare con noi e con le nostre problematiche attuali. 

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/2

Vittime della crisi? Emarginazione grave, devianza e marginalità assoluta a confronto

Marco A. Quiroz Vitale

Il contributo affronta il tema del disagio sociale degli adulti “senza tetto” e della necessita di  una revisione degli strumenti euristici utilizzati dai sociologi che si occupano, anche da un punto di vista giuridico, del disagio sociale. In questo contesto l’Autore propone un lavoro di rielaborazione del concetto scientifico di emarginazione in rapporto a quelli di marginalità e devianza, in un quadro esplicativo socio-giuridico ispirato alla teoria dei diritti di Gino Germani ed alle analisi economiche sulla permanenza e all’accentuarsi delle diseguaglianze nel lungo periodo.

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/3

Individualizzazione e marginalità. Linee teoriche da Germani a Beck per una diversa interpretazione della condizione giovanile

Mauro Giardiello

Il saggio si propone una riformulazione del concetto di individualizzazione, riprendendo i lavori di Gino Germani, che riesce a spiegare la natura contraddittoria dell’individualizzazione e non solo a descriverla. In questo contesto si colloca uno degli argomenti del presente lavoro che è quello di mostrare come Germani, nei suoi diversi contributi inerenti all’individualizzazione, pone le basi teoriche per lo sviluppo di un modello interpretativo nel quale si connette il tema della marginalità con quello dell’individualizzazione. A partire da queste considerazioni si intende porre a confronto la prospettiva di Germani con quella di Beck, al fine di mostrare come il pensiero di Germani può arricchire la capacità euristica della teoria dell’individualizzazione nel descrivere e spiegare le nuove condizioni di vulnerabilità della realtà giovanile a livello globale.

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/4

Eterogeneità e trascendenza. Sulla teoria del populismo nella prospettiva di Ernesto Laclau

Pasquale Serra

Il contributo sviluppa la  teoria del populismo di Ernesto Laclau, nonché la specifica forma di rappresentazione che egli elabora a sostegno di essa. Tale prospettiva  è inscindibile dalla sua teoria della eterogeneità e non è riducibile alla marginalità, né è tutta assorbibile sul piano politico. Il saggio pone in evidenza come il discorso complessivo di Laclau muove da Germani, ed è incomprensibile fuori dalla prospettiva elaborata da quest’ultimo, anche se rispetto a Germani, Laclau introduce, il concetto di eterogeneità sociale, ed è esattamente nello spazio di questa unità necessaria e impossibile che va collocato il pensiero di Ernesto Laclau e il suo contributo al dibattito contemporaneo su questo tema, il quale, come è noto, ha al suo centro il rapporto, sempre più teso, ed anche, forse, sempre più drammatico, tra eterogeneità sociale e sistema rappresentativo, tra la presenza di masse eterogenee e la crisi della democrazia rappresentativa liberale.  

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/5

Tra eccezione e governance:una forma di governamentalità

Giovanni Messina

Il contributo analizza la formazione di una nuova forma di governamentalità attraverso le categorie dell’emergenza e della dispersione dei poteri. La prima è quella dell’emergenza, della temperie da “stato d’eccezione”. Si tratta di una condizione che è continuamente chiamata in questi anni a giustificare le decisioni dei governi e l’azione amministrativa, riducendo in un modo o nell’altro gli spazi di discussione, di confronto e di critiche, compromettendo non poco quel carattere essenziale delle collettività che si dicono democratiche. Il secondo elemento, che caratterizza gli ultimi decenni della storia giuridico-istituzionale,  è quello della dispersione del potere politico e normativo; come crescente inefficacia degli organismi politico-amministrativi degli apparati statali, mancanza di autonomia politica degli Stati rispetto a organismi sovranazionali,depotenziamento delle istituzioni della democrazia formale (rappresentativa e parlamentare). Questi due elementi permettono di comprendere meglio i significati politici e le conseguenze sulla vita delle persone dei processi che dominano le nostre collettività.

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/6

È tornata la crisi. La prospettiva della criminologia clinica: i colpevoli della crisi

Isabella Merzagora

Il contributo analizza, attraverso la prospettiva della criminologia clinica, quanto il comportamento psicopatologico dei colletti bianchi (e soprattutto quello dei manager aziendali) abbia favorito l’emergere della crisi economica. Il lavoro utilizza un approccio teorico e empirico. In una prima parte passa in rassegna la letteratura internazionale in merito alla definizione white collar criminale e in particolare “Psicopatici Aziendali”. Nella seconda presenta una ricerca realizzata attraverso la somministrare il test Psychopathic Personality Inventory - Revised (PPI-R) a 52 manager. Questo test è considerato particolarmente efficace per uno screening ad ampio spettro delle caratteristiche della psicopatia; non si occupa specificatamente dei comportamenti antisociali di tipo fisicamente aggressivo che qui non ci interessavano; oltre al punteggio totale, che è l’indice globale di psicopatia, permette di calcolare i valori ai diversi tratti della personalità psicopatica, come l’egocentrismo machiavellico, l’esternalizzazione della colpa, la freddezza emotiva, etc.

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/7

Diritto penale e devianza sociale

Enrico Damiani di Vergada Franzetti

Questo lavoro studia in prospettiva teorica l’azione sociale che si svolge attraverso il diritto penale, focalizzandosi sulla distanza tra prassi sociali e norme penali considerata alla luce degli aspetti del diritto che tale distanza aumentano, al fine di considerarne l’impatto sul fenomeno della devianza sociale. Se la società è un campo di azioni e comunicazioni interconnesse in cui gli attori sociali agiscono teleologicamente in vista del raggiungimento di scopi idonei a soddisfare aspettative, allora l’azione sociale attraverso il diritto penale non consiste unicamente in azioni e aspettative d’azione orientate in base al diritto, ma anche in uno scambio di messaggi comunicativi tra i membri di un gruppo sociale in grado di influire reciprocamente sull’azione altrui coordinandosi e/o opponendosi ad essa.

DOI: 10.13134/978-88-97524-91-5/8

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