Abstract
Negli Stati Uniti, l’aspirazione alla casa, oggetto di desiderio e di scambio simbolico e traguardo di mobilità sociale, si è prestata a una narrazione collettiva bypartisan alimentata per quasi un secolo dalle politiche federali in sostegno allo affordable housing e a programmi di sviluppo locale con l’apporto di reti multiattoriali pubbliche e del privato economico e sociale. A partire dagli anni sessanta, il Department of Housing and Urban Development (HUD) ha progressivamente registrato un mutamento di prospettiva: rispetto alle attività di urban renewal di ambiti investiti da imponenti fenomeni di declino, abbandono, degrado e criminalità, le iniziative sono transitate verso forme di rivitalizzazione e rigenerazione con prospettive people-oriented. L’impegno di lungo periodo di città come Boston e San Diego consente di approfondire il volto del partenariato economico e di quello sociale all’interno di strumenti di pianificazione e di governance. Qui, termini come empowerment, inclusiveness, capacity building, sono espressivi del lavoro sulle comunità e con le comunità nella triangolazione tra politiche della casa, misure per l’occupazione e forme di sostegno all’impresa. Più in profondità, queste nozioni rivelano una cifra antropologica del popolo americano che plasma le proprie rivendicazioni nell’orizzonte delle libertà piuttosto che in quello dei diritti.