Abstract
A partire da una corposa documentazione proveniente da Cile, Argentina, Paraguay, Stati Uniti e Italia, questo volume si propone di far luce sulle relazioni intercorse tra le ultime dittature militari latinoamericane e i militanti di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, principali sigle del neofascismo italiano nonché maggiori responsabili della strategia della tensione. Dal 1977 in poi, molti neofascisti provenienti delle due organizzazioni si diressero in America Latina dove, nel corso degli anni, poterono contare sulla protezione di Cile, Argentina, Bolivia e Paraguay. Attraverso un’analisi complessiva, questo volume tenta di dimostrare come non sia possibile considerare la migrazione neofascista italiana nel subcontinente come un fenomeno unico e lineare a causa delle marcate differenze riscontrabili nei rapporti con ogni singola giunta militare. Al tempo stesso, l’analisi sottolinea la profonda influenza che le dinamiche emisferiche ebbero sulle traiettorie seguite dai neofascisti, i cui rapporti con le singole dittature furono sempre subordinati agli interessi nazionali dei regimi che, di volta in volta, costituivano il loro punto di riferimento istituzionale. Infine, sulla base dei dati raccolti, il volume si interroga sull’effettivo livello di coesione del mondo dell’anticomunismo militante e radicale che, durante la seconda metà degli anni Settanta, appare frastagliato e conflittuale.
Based on an extensive documentation from Chile, Argentina, Paraguay, the United States, and Italy, this book aims to analyze the relations existed between the last Latin American military dictatorships and Ordine Nuovo and Avanguardia Nazionale, the main groups of Italian neo-fascism, as well as the main perpetrators of the strategy of tension. From 1977 onward, many neo-fascists from the two organizations headed to Latin America where, over the years, they could count on the protection of Chile, Argentina, Bolivia, and Paraguay. Through a comprehensive analysis, this book attempts to show how Italian neo-fascist migration to the subcontinent cannot be considered as a single, linear phenomenon due to the deep differences found in the relations with each individual military junta. At the same time, the analysis emphasizes the deep influence that hemispheric dynamics had on the trajectories followed by the neo-fascists, whose relations with individual dictatorships were always subordinated to the national interests of the regimes that, from time to time, represented their institutional point of reference. Finally, the book questions the actual level of cohesion within the world of militant and radical anti-communism, which, during the second half of the 1970s, appears fragmented and conflicting.