Antonio Gramsci e la letteratura. Percorsi critici tra giornali e ‘Quaderni del carcere’

A cura di:  Luca Marcozzi, Priscilla Santoro
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: gennaio 2025
Pagine: 118
ISBN: 979-12-5977-417-0
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Abstract

In questo volume confluiscono i risultati del Convegno Internazionale «Forse un giorno ti scriverò o ti dirò a voce come fu Nino». Gramsci lettore, critico, recensore, svoltosi il 16 giugno 2022 presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi Roma Tre. Gli incontri hanno messo in evidenza il costante interesse di Antonio Gramsci per le forme culturali, in particolare per quelle letterarie ‒ aspetto che pervade tutta la sua opera, dai primi scritti giornalistici fino ai Quaderni, includendo anche il suo intero epistolario. I saggi raccolti non solo illuminano ancor meglio il ruolo di Gramsci come giornalista; ne esplorano in prima istanza l’influenza esercitata nel dibattito pubblico attraverso collaborazioni con numerosi periodici e, in secondo luogo, il pensiero riguardo all’espressione letteraria. Il discorso, interconnesso con le riflessioni sul concetto di egemonia culturale, rimarca l’idea di letteratura sì come strumento di cambiamento sociale, ma soprattutto come forma di espressione critica anziché semplice ancella della dottrina politica.

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In questo volume confluiscono i risultati del Convegno Internazionale «Forse un giorno ti scriverò o ti dirò a voce come fu Nino». Gramsci lettore, critico, recensore, svoltosi il 16 giugno 2022 presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi Roma Tre. Gli incontri hanno messo in evidenza il costante interesse di Antonio Gramsci per le forme culturali, in particolare per quelle letterarie ‒ aspetto che pervade tutta la sua opera, dai primi scritti giornalistici fino ai Quaderni, includendo anche il suo intero epistolario. I saggi raccolti non solo illuminano ancor meglio il ruolo di Gramsci come giornalista; ne esplorano in prima istanza l’influenza esercitata nel dibattito pubblico attraverso collaborazioni con numerosi periodici e, in secondo luogo, il pensiero riguardo all’espressione letteraria. Il discorso, interconnesso con le riflessioni sul concetto di egemonia culturale, rimarca l’idea di letteratura sì come strumento di cambiamento sociale, ma soprattutto come forma di espressione critica anziché semplice ancella della dottrina politica.

This volume brings together the results of the International Conference «Forse un giorno ti scriverò o ti dirò a voce come fu Nino». Gramsci lettore, critico, recensore, held on 16 June 2022 at the Department of Humanities of Roma Tre University. It highlighted Antonio Gramsci’s constant interest in cultural forms, particularly in the literary ones ‒ an aspect that permeates all his work, from his early journalistic writings to the Notebooks, including his letters. The essays collected not only further illustrates and illuminates Gramsci’s role as a journalist; they firstly explore his influence on public debate through his collaborations with several periodicals and secondly, his thoughts on literary expression. This discourse, intertwined with his reflections on the concept of cultural hegemony, emphasizes the idea of literature as a tool for social change, but above all as a form of critical expression rather than a mere servant of political doctrine.

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This volume brings together the results of the International Conference «Forse un giorno ti scriverò o ti dirò a voce come fu Nino». Gramsci lettore, critico, recensore, held on 16 June 2022 at the Department of Humanities of Roma Tre University. It highlighted Antonio Gramsci’s constant interest in cultural forms, particularly in the literary ones ‒ an aspect that permeates all his work, from his early journalistic writings to the Notebooks, including his letters. The essays collected not only further illustrates and illuminates Gramsci’s role as a journalist; they firstly explore his influence on public debate through his collaborations with several periodicals and secondly, his thoughts on literary expression. This discourse, intertwined with his reflections on the concept of cultural hegemony, emphasizes the idea of literature as a tool for social change, but above all as a form of critical expression rather than a mere servant of political doctrine.

Contributi

Introduzione

Luca Marcozzi  Priscilla Santoro 

DOI: 10.13134/979-12-5977-417-0/1

Gramsci lettore di Dante Il canto decimo dell’«Inferno» nella moderna esegesi della Commedia

Milena Russo 

Milena Russo, partendo dagli spunti critici di John Freccero e Gianfranco Contini, analizza l’intuizione di Antonio Gramsci nel Quaderno 4 riguardo all’episodio di Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti nel canto X dell’Inferno. Gramsci pone l’accento su Cavalcante, mettendo in luce il suo dramma umano rispetto a quello politico di Farinata. Il saggio esamina poi la struttura e la teatralità del canto secondo la prospettiva gramsciana. Nella conclusione, si discute il mancato riconoscimento delle intuizioni di Gramsci nei recenti studi sulla Commedia, sottolineando la loro rilevanza e potenzialità, e suggerisce che riprendere le sue idee potrebbe tuttora arricchire la comprensione dell’opera di Dante.

Starting from the critical insights of John Freccero and Gianfranco Contini, Milena Russo analyses Antonio Gramsci’s intuition in Notebook 4 regarding the episode of Farinata degli Uberti and Cavalcante Cavalcanti in Inferno X. Gramsci emphasizes Cavalcante’s role, highlighting his human tragedy in contrast to the political one of Farinata. The essay then examines the structure and theatricality of the text according to the gramscian perspective. In the conclusion, it discusses the lack of recognition of Gramsci’s insights in recent studies of the Commedia, underscoring their relevance and potential, and suggests that revisiting his ideas could still enrich the understanding of Dante’s work.

DOI: 10.13134/979-12-5977-417-0/2

Il bestiaire di Gramsci o titoli di coda (bêtisier) del giovane Gramsci: inchiesta critica sulla stupidità (bêtise) degli intellettuali

Anthony Crézégut 

Il saggio di Anthony Crézégut analizza il bestiario di Antonio Gramsci, discernendovi due componenti: figure zoologiche come emblemi di criticità sociali e figure zoologiche come alter-ego d’autore. Esplorando in particolare quelle immagini bestiali che evidenziano la degenerazione morale di una società rigida e gerarchica e individuando nel Libro della giungla di Kipling il precedente esemplare, il saggio esplora varie metafore animali usate da Gramsci, come la cicala, il pappagallo e la farfalla, simboli di superficialità o conformismo, fino agli “animali di rapina” che rappresenterebbero la manipolazione ideologica operate sulle masse popolari. La seconda parte del saggio esamina poi le figure animali con cui Gramsci medesimo s’identifica per simboleggiare il proprio impegno politico.

Anthony Crézégut’s essay examines Antonio Gramsci’s bestiary: firstly, zoological figures as emblems of social criticism and, secondly, zoological figures as author’s alter egos. The analysis focuses particularly on those animal images that highlight the moral degeneration of a rigid hierarchical society and finds an exemplary precedent in Kipling’s The Jungle Book. The essay then explores various animal metaphors used by Gramsci, such as the cicada, the parrot, and the butterfly, symbols of superficiality or conformity, as well as the “predatory animals,” which represent ideological manipulation of the popular masses. The second part of the essay investigates those animal figures with which Gramsci identifies, since they symbolize his own political engagement.

DOI: 10.13134/979-12-5977-417-0/3

Un uomo in un fosso, cultura proletaria e rivoluzione

Massimo Travaglioni 

Massimo Travaglioni esamina il ruolo centrale della letteratura nella formazione dell’autocoscienza individuale secondo Gramsci. Il saggio si concentra sul legame tra l’attività giornalistica di Gramsci e il suo impegno politico, sottolineando la funzione della cultura come strumento di emancipazione, in contrasto con una concezione elitaria della conoscenza. Particolare attenzione è data all’articolo Cultura e Socialismo, dove Gramsci riflette sul rapporto tra consapevolezza di sé e relazioni sociali, entrambi elementi fondamentali per il processo rivoluzionario e per la lotta di classe. La seconda parte del saggio collega queste idee giovanili alla produzione favolistica di Gramsci, analizzando la novella L’uomo caduto in un fosso di Lucien Jean, esplorandone le dimensioni allegoriche, autobiografiche e politiche.

Massimo Travaglioni examines the central role of literature in the formation of individual self-consciousness according to Gramsci. The essay focuses on his journalistic and political writings, describing culture as a tool for emancipation, in contrast to an elitist conception of knowledge. Particular attention is given to the article Cultura e Socialismo, where Gramsci reflects upon the relationship between self-awareness and social relationships, both fundamental elements for revolutionary process and for class struggle. The second part of the essay links these youthful ideas to Gramsci’s fables, analyzing the Lucien Jean’s L’uomo caduto in un fosso, exploring its allegorical, autobiographical, and political dimensions.

DOI: 10.13134/979-12-5977-417-0/4

Alla ricerca del nesso tra intellettuali e popolo: Gramsci e la letteratura

Alessio Panichi 

Alessio Panichi offre un’analisi approfondita della figura complessa di Gramsci, spesso ridotto a totus politicus: un’etichetta che, pur riconoscendo il suo ampio impegno politico, rischia di semplificarne la personalità. Nel saggio si sottolinea l’intreccio tra politica, storia e pensiero nell’attivismo di Gramsci, mettendo in luce l’importanza degli scritti utopici come strumenti per affrontare i problemi sociali. Il saggio esamina poi il pensiero di Gramsci sulla Controriforma: confronta il paragrafo 71 del Quaderno 3 con il paragrafo 7 del Quaderno 25, in dialogo con l’orientalista Giuseppe Gabrieli. Nella seconda parte del saggio, l’autore esplora due aspetti del pensiero gramsciano: il legame tra le opere utopiche e il progresso della scienza moderna e il contesto culturale della Controriforma, mettendo in relazione il tono deciso del Quaderno 25 con un cambiamento nella visione del ruolo degli intellettuali nella creazione di opere utopistiche.

Alessio Panichi offers an in-depth analysis of the complex figure of Gramsci, who is often reduced to totus politicus: a label that acknowledges his broad political commitment, but that risks of oversimplifying his personality. The essay highlights the intertwining of politics, history, and thought in Gramsci’s activism, emphasizing the importance of utopian writings as tools for social issues. Then, the author examines Gramsci’s point of view about the Counter-Reformation, comparing paragraph 71 of Notebook 3 with paragraph 7 of Notebook 25 in dialogue with the orientalist Giuseppe Gabrieli. In the second part of the essay, the author explores two aspects of Gramsci’s thought: the connection between utopian works and the advancement of modern science and the cultural context of the Counter-Reformation, relating the decisive tone of Notebook 25 to a shift in the view of the role of intellectuals in the creation of utopian works.

10.13134/979-12-5977-417-0/5

Antonio Gramsci e la parola d’ordine di Giovanni Gentile “Torniamo a De Sanctis!”

Camilla Sclocco 

Camilla Sclocco analizza il dibattito sull’eredità di De Sanctis, un momento significativo nella storia intellettuale italiana, caratterizzato da conflitti filosofici e culturali che riflettono le trasformazioni della società italiana e del contesto culturale europeo, focalizzandosi sulla prospettiva gramsciana del discorso. Tra luglio e agosto del 1934, Antonio Gramsci inizia infatti una riflessione critica sull’articolo di Giovanni Gentile Torniamo a De Sanctis!, completandola nella seconda stesura del Quaderno 23, per delineare il significato dell’appello gentiliano. L’autrice inserisce il discorso di Gramsci sul ritorno a De Sanctis in una critica più ampia al fascismo, interpretato come una reazione alla crisi dello Stato liberale, che non è riuscito a creare coesione sociale e una cultura nazional-popolare autentica. Obiettivo del testo è identificare l’opera di De Sanctis con uno strumento di emancipazione e di unione tra intellettuali e masse popolari.

Focusing on the Gramscian perspective of discourse, Camilla Sclocco analyzes the debate on the legacy of De Sanctis, a significant moment in Italian intellectual history, characterized by philosophical and cultural conflicts that reflect the transformations of both Italian society and European cultural context. Between July and August 1934, Antonio Gramsci indeed began a critical reflection on Giovanni Gentile’s article Torniamo a De Sanctis!, which he completed in the second draft of Notebook 23, aiming to outline the meaning of Gentile’s call to return to De Sanctis. The author places Gramsci’s discourse on the return to De Sanctis within a broader critique of fascism, seen as a reactionary response to the crisis of the liberal state, that failed to create genuine social cohesion and an authentic national-popular culture. Sclocco identifies Gramsci’s view of De Sanctis’ work as a tool for emancipation and for uniting intellectuals and the popular masses.

«Chi non proietta ombra, non è un solido». Gramsci editore di Chamisso

Priscilla Santoro 

Priscilla Santoro analizza la carriera giornalistica di Antonio Gramsci quale scrittore versatile e impegnato, capace di trattare vari argomenti con la stessa competenza e passione. L’analisi si concentra sulla sua attività editoriale e giornalistica, evidenziando la sua sensibilità per le dinamiche internazionali e la capacità di collegare eventi e realtà diverse, anticipando la complessità delle sue opere carcerarie. Particolare attenzione è dedicata al periodo tra il 1915 e il 1920, quando egli diventa una voce innovativa nel panorama giornalistico italiano. Un esempio significativo esaminato è la sua traduzione della Storia straordinaria di Peter Schlemihl di Adelbert von Chamisso, pubblicata su Il Grido del Popolo. Il saggio esplora i temi simbolici e allegorici del racconto, sottolineandone la dimensione morale e sociale, interpretata da Gramsci come critica al consumismo borghese. Attraverso l’analisi del topos dell’ombra, simbolo della coscienza etica, e del diavolo come motivo faustiano, si mette in luce la precoce maturità critica e l’approccio interdisciplinare di Gramsci alla materia.

Priscilla Santoro analyzes the journalistic career of Antonio Gramsci as a versatile and engaged writer, capable of addressing various topics with the same competence and passion. The analysis focuses on his editorial and journalistic activities, highlighting his sensitivity to international dynamics and his ability to connect different events and realities, foreshadowing the complexity of his prison works. Particular attention is given to the period between 1915 and 1920, when he became an innovative voice in the Italian public debate. A significant example examined is his translation of The Extraordinary History of Peter Schlemihl by Adelbert von Chamisso, published in Il Grido del Popolo. The essay explores the symbolic and allegorical themes of the story, emphasizing its moral and social dimension, interpreted by Gramsci as a critique of bourgeois consumerism. Through the analysis of the topos of the shadow, a symbol of ethical conscience, and of the devil as a Faustian motif, Gramsci’s early critical maturity and interdisciplinary approach to the subject are highlighted.

Nella stessa collana

A cura di: Laura Mitarotondo
A cura di: Flavio Silvestrini, Francesco Maiolo, Luca Marcozzi