Abstract
Pubblicato nel 1973, il libro si è imposto all’attenzione della comunità scientifica, segnando un punto fermo nel dibattito sulla libertà religiosa. Dedicato ai rapporti tra ateismo e libertà religiosa nell’ordinamento giuridico italiano, il libro ne segue l’evoluzione storico-giuridica spingendo l’indagine oltre la rilevazione delle garanzie normative della libertà, per cercare di «individuare, al di là del significato letterale, il valore reale, l’incidenza sociale di norme e concetti giuridici che, pur non esprimendosi mai apertamente in questa direzione, favoriscono poi incisivamente la diffusione della religione (e di una determinata religione) ostacolando quella dell’ateismo». Proponendo e sperimentando questo percorso, il libro è riuscito a scuotere il dibattito scientifico su ateismo e religione in corso negli anni Settanta, indicando un metodo d’indagine ancora oggi utile a guidare e stimolare la ricerca di una protezione giuridica equilibrata della libertà di credere e di non credere.
Published in 1973, the book came to the attention of the scientific community and marked a milestone in the debate on religious freedom. The book is devoted to the relations between atheism and religious freedom in the Italian legal system; it follows the historical-legal evolution of these relations and pushes the investigation beyond the legal norm to try to "identify, beyond the literal meaning, the real value, the social incidence of legal norms and concepts that, while never expressing themselves openly in this direction, then incisively favor the spread of religion (and of a particular religion) by hindering that of atheism". Through this method, the book succeeded in shaking up the scientific debate on atheism and religion going on in the 1970s and pointed to a method of inquiry that is still valid today to seek a legally balanced freedom to believe and not to believe.