Abstract
La nozione di cura e il principio del prendersi cura si pongono al centro del presente testo, emergendo quali tratti costitutivi ed essenziali di una concezione del soggetto umano sempre più complessa, aperta, problematica, che non postula più l’esistenza della persona come dato assoluto, astratto, che precede le complesse dinamiche di relazione, riconoscimento, conflitto. Il pensiero di Maria Zambrano e quello di Eugenio Borgna vengono posti in dialogo in riferimento alla dimensione della cura intesa quale attitudine costitutiva della educazione-formazione della persona umana, nelle sue implicazioni identitarie, morali, pedagogico-educative, soprattutto in relazione alla vulnerabilità del soggetto/persona, alla sua dipendenza dalle cure altrui, al necessario e dovuto riconoscimento sociale ed etico-morale della sua peculiare condizione. La cura, nella concezione elaborata da Zambrano e Borgna, non è più, in senso stretto, intesa come un mero procedimento terapeutico, un metodo, uno schema di intervento formalizzato e rigido, bensì costituisce un esercizio di comprensione della struttura esperienziale di un altro essere umano, del suo modo di essere nel mondo.
The notion of care and the principle of taking care are at the center of this text, emerging as constitutive and essential traits of an increasingly complex, open, problematic conception of the human subject, which no longer postulates the existence of the person as an absolute, abstract fact, preceding the complex dynamics of relationship, recognition, conflict. The thought of Maria Zambrano and the tought of Eugenio Borgna are placed in dialogue with reference to the dimension of care, understood as a constitutive attitude of the education-formation of the human person, concerning its identity and its moral, pedagogical-educational implications, especially in relation to the vulnerability of the subject/person and his dependence by the care of others, within a perspective characterised by a social and moral recognition of his peculiar condition. Care, in the conception developed by Zambrano and Borgna, is no longer, strictly speaking, understood as a mere therapeutic procedure, a method, a formalized and rigid intervention scheme, but rather it constitutes a comprehension exercise aimed at the experiential structure of another human being, in his being part of the world.