Abstract
Rivista online di Filosofia
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A cinquant'anni dalla morte di Bataille, questo testo riconsidera il suo tormentato ma paradossale pensiero gioioso. Si intende mostrare come il bisogno di una comunità sia la prova di legami che trovano il proprio significato nel fallimento di un "terreno comune" compromesso per sempre da scopi, subordinato a progetti, e somma dell'impossibile, ma necessaria, identificazione di un pensatore con una corrente di pensiero, con uno stile, con un genere, con una ideologia politica.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/2
Questo articolo, apparso ne «La République di Centre» (Orléans) il 18 marzo 1952, nell'ambito di un omaggio ad André Gide, non figura nelle Œuvres complètes di Georges Bataille. È verosimilmente l'ultimo consacrato dallo scrittore a Gide. L'attenzione su questo scritto è stata richiamata da Marie-Claire Ropars; la pubblicazione è stata autorizzata da Julie Bataille ed è a cura di Marina Galletti.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/3
L'articolo propone una visione d'insieme della produzione di Bataille relativa alla letteratura, focalizzandosi in particolar modo su André Gide. Bataille, come egli scrive ne La littérature et le mal, vede in generale nella creazione letteraria il luogo prometeico in cui si trasgrediscono le leggi che regolano la società.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/4
Il confronto di Bataille con Hegel si concentra in particolar modo su due punti: l'argomento del nonsenso e la variazione significativa di una citazione dalla Prefazione di Hegel alla Fenomenologia dello spirito, entrambe profondamente connesse all'interpretazione di Hegel da parte di Kojève, la quale è stata presentata durante i seminari degli anni '30 consacrati all'idea di morte nella filosofia di Hegel, e letta inoltre nella sua connessione con il problema del sapere assoluto. La lettura di Hegel da parte di Bataille non è il risultato di un nuovo atteggiamento verso passaggi celebrati o rifiutati della Fenomenologia di Hegel, ma un punto di partenza delle successive e ancora controverse interpretazioni di Hegel (per esempio Glas di Derrida).
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/5
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/22
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/23
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/24
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/25
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/26
L'articolo esamina la lezione su L'ambiguità del piacere e del gioco tenuta da Bataille a Sainte-Anne, nel 1958, su invito di Jacques Lacan, e non pubblicata prima di quarant'anni dalla sua morte. Secondo Bataille, il piacere del gioco esprime il bisogno di un renversement o di un dépassement dei limti che sono richiesti da uno stato normale, aprendo in questo modo un cammino che va nella direzione opposta del movimento della conoscenza. Sempre secondo Bataille, comunque, il piacere non è in grado di sostenere lo sforzo richiesto dal cambio di forma senza l'aiuto dell'istinto di morte, compreso come «l'estremo punto che noi possiamo raggiungere dall'instabilità». La ricerca dell'"illimitato", e dell'"indefinito", rimane un'aspirazione alla forma, comunque estrema, rappresentante se stessa nell'istante che incorpora la necessità di un cambiamento e di una metamorfosi: una trasformazione inevitabile. Questa è la sfida posta da un inconscio o "semi-inconscio" che finalmente rivela se stesso, in un eccesso, come l'impossibile.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/6
Il saggio esamina il percorso condiviso da Bataille, Blanchot e Nancy che prende l'avvio da riflessioni sulla «comunità di amanti» per raggiungere l'«impossibile comunicazione». La prima sezione analizza la dinamica complessa di continuo/discontinuo che nell'erotismo sostiene le relazioni tra gli esseri. Queste ondeggiano tra una dimensione individuale e una dimensione fusionale. Nella seconda sezione del saggio proveremo a delineare le implicazioni profonde tra la «comunità degli amanti» e la poltica. La relazione tra gli amanti non risponde al nomos politico, ma è il risultato di un legame emozionale. Ciò che succede nella loro comunità inoperativa è aperto solo a una differenza senza precedenti esposta nel mondo dell'esperienza. L'ultima parte del saggio è dedicato alla «comunicazione trasparente» e muove dalla riflessione di Blanchot sulla comunità del 1968. Durante questi anni, una «comunità esplosiva» permise dei collegamenti tra una pluralità di relazioni in una nuova forma di comunità. Un nuovo stare-insieme emerse allora, non la creazione di una «collezione» concepita come totalità ma una polifonia di voci, una non-rappresentabile pluralità che ebbe la sua forza vitale nella sua innominabile singolarità.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/7
Il saggio si concentra sulla comunicazione nello spazio dell'interiorità. Il bisogno per Bataille di narrare l'esperienza attraverso un linguaggio discorsivo non cede alla subordinazione della scrittura alle parole – alla precisione logica e al suo potere significante – che ignora il non-detto, irriducibile parte dell'esistenza. Il bisogno di un rigore maggiore nella scrittura è centrale, ed è espresso nel Metodo di meditazione alla stregua di una contestazione, la forma sovrana di trasgressione, che, in poesia e nella letteratura "maggiore", rimuove l'io dal bisogno di durare, per dare senso e valore nel discorso all'esistenza.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/8
Amicizia, eredità e dono sono termini classici che Bataille usa "altrimenti", mettendosi così in una posizione che è allo stesso tempo centrale ed eccentrica tra i pensatori del ventesimo secolo. Fu l'unico amico ed erede di Nietzsche, e passò il suo lavoro alle generazioni seguenti. Passò a Foucault e a Derrida attraverso Blanchot, autori che condividono e condensano nei loro scritti esperienze sia filosofiche che letterarie. Foucault segue una linea di pensiero che considera la follia, la déraison e la sessualità in connessione con il tema della "trasgressione". Derrida, d'altra parte, muove dalla differenza tra signoria e sovranità, da un'economia ristretta a un'economia generale, seguendo il tema della spesa senza riserve sul "dono impossibile" che rompe il circuito dello scambio economico e del ritorno dialettico. Il dono dell'amicizia che è comunicato "tra noi" attraverso la scrittura, una forma di testamento che attraverso le generazioni ci consente di parlare ad amici, non dei nostri amici, ci permette di comunicare la sempre unica "esperienza interiore" di uomini di tempi differenti. Questa è un'esperienza che deve essere descritta anche oltre i limiti del linguaggio discorsivo.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/9
Il saggio ripercorre la genesi de "l'impossibile", un concetto che è sia hegeliano che post-hegeliano. Il testo è stato pubblicato nel 1962 ma è una riscrittura di un precedente lavoro del 1947 nel quale l'ordine invertito di testo letterario e saggio teoretico dà a quest'ultimo il ruolo della letteratura polemica. L'impossibile emerge dal bisogno di andare oltre l'hegeliana Wirklichkeit, oltre l'utilità, per imparare a dar voce (scrittura) alle esperienze dell'impossibile e alla loro "inapplicata negatività", che trova espressione solo nell'elemento lirico. È perciò lasciato alla poesia, ai versi e al loro potere sovversivo, il compito di esprimere l'inettitudine del linguaggio e la vera e complessa realtà umana. Il poeta scrive invano, "nondimeno", mentre afferma l'inadeguatezza di ogni parola non può sfuggire al bisogno di scrivere, perché l'inadeguatezza deve essere espressa.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/10
Questo saggio analizza il concetto di comunità secondo Georges Bataille, in opposizione alle teorie anti-moderne della comunità, come quelle del passato (Tönnies) e del presente (Toni Negri e Ugo Mattei). Secondo Bataille il problema consiste nel combinare la richiesta oggettiva di libertà dai bisogni – comunismo marxista – alla richiesta soggettiva di estasi e gioia – l'esperienza surrealista. Il saggio critica la distinzione di Tönnie tra comunità e società, e riflette sul concetto formulato da Bataille di economia generale e sulla sua interpretazione del Piano Marshall.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/11
Considerare Bataille solo come l'autore de L'impossibile e de La parte maledetta lo sminuirebbe, privandolo della sua caratteristica principale, l'irriducibile paradosso. Bisogna provare a leggere Bataille al di fuori dei suoi topoi e ipotizzare, per esempio, che nei temi de L'impossibile e de La parte maledetta ci sia qualcos'altro. Forse Bataille fu più preoccupato da quest'altro tema, l'irriducibile, avendo egli dedicato la sua intera vita a esserne il pensatore. Eterologia significa considerare una differente lettura dei suoi scritti politici e filosofici. Liberare Bataille e la sua scrittura da intenti che non gli appartengono – l'affermazione idiota che l'impossibile nel mondo è un rovescio simmetrico del dominio del possibile – per guardare, senza paura o terrore, alla grazia dell'irriducibile.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/12
Il contributo discute alcuni temi trattati da Ernst Bloch nelle sue Lezioni su Kant. Al centro della scritto è posta la questione del rapporto tra soggetto e oggetto nella filosofia teoretica kantiana. Più che una subordinazione dell'oggetto al soggetto, nell'interpretazione blochiana della Critica della ragion pura, avverrebbe in realtà una oggettivazione della soggettività, la quale non può quindi instaurare alcun rapporto positivo con l'oggetto, ma un rapporto che si avvolge di un'atmosfera «spettrale», a dir poco oscura.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/13
Il problema dell'indecisione, o in-decisione, può essere illuminato da una riconsiderazione della dialettica hegeliana, che una vulgata molto pervasiva e certo non priva di legittimità considera la principale scaturigine dell'attitudine violenta e dominatrice della cultura occidentale. Infatti, la dialettica sembra essere un'educazione all'in-decisione, alla duplicità-equanimità e all'ambivalenza, che è eo ipso educazione alla tolleranza e alla non-prepotenza.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/14
Il contributo contiene alcuni motivi di riflessione sulla questione della volontarietà dell'azione morale. Essa viene analizzata sotto un duplice aspetto. La volontarietà connessa alla (ma diversa dalla) responsabilità morale; e la volontarietà connessa alla (e sempre diversa dalla) imputabilità giuridica dell'azione.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/15
Dalla pubblicazione di In a Different Voice (1982) di Carol Gilligan il tema della cura ha mostrato una straordinaria capacità di sollecitare sempre nuove ricerche in ambiti e da prospettive molto diverse: dalla filosofia morale alla psicologia dello sviluppo, alla sociologia, agli studi sul servizio sociale, etc. In tutti questi ambiti la care ethics è riuscita a presentarsi come un'alternativa credibile all'etica liberale dei diritti e della giustizia.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/16
In questo lavoro analizziamo l'origine del linguaggio umano dal punto di vista della tradizione naturalistica darwiniana, vale a dire assumendo l'idea che il linguaggio sia in continuità con i sistemi comunicativi degli animali non umani. Il presupposto metodologico a fondamento del nostro lavoro è che l'origine del linguaggio debba essere tematizzata in riferimento all'origine e all'evoluzione della mente. Dal nostro punto di vista, il linguaggio poggia in modo fondamentale su sistemi cognitivi di natura non linguistica che ne permettono il funzionamento effettivo.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/17
Il punto di partenza del presente lavoro è la considerazione che il tempo sia un concetto dinamico. Ciò significa che possiamo cogliere la dimensione temporale solo attraverso il suo scorrere. In quest'ottica, il tempo è colto attraverso la successione degli eventi. La questione rilevante diventa allora quella di chiarire come sia possibile per gli esseri umani rappresentare eventi passati e futuri. Dal punto di vista adottato in questo scritto tale tema deve essere affrontato coniugando l'indagine teorica alle recenti acquisizioni delle scienze della mente contemporanee. Conformemente a ciò, esamineremo quali sono gli specifici meccanismi psicologici che consentono di ricordare il passato e proiettarsi mentalmente nel futuro.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/18
Fantàsia è l'universo creato da Michael Ende nel suo libro più famoso, La storia infinita, del 1979. Il presente contributo contiene in un certo senso degli appunti di viaggio, o meglio, degli appunti "per" un viaggio. Un po' come quando si va in biblioteca a prendere in prestito una guida turistica per cominciare a sbirciare la nostra prossima meta. Solo che, in questo caso, la guida no è turistica, ma ermeneutica. La meta scelta da noi è il mondo di Fantàsia. Per la stesura di questo guida prenderemo spunto da un testo di Paul Ricœr, Tempo e racconto.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/19
Il contributo cerca di mettere a fuoco il concetto di consulenza filosofica affrontando alcuni suo aspetti salienti. In particolare, la sua natura dialogica e narrativa, la multiformità e la polivalenza che caratterizzano il tipo di relazione che il consulente filosofico vuole instaurare con l'altro; e inoltre, la sua attitudine eminentemente pratica, che traduce la riflessione in un gesto teso verso l'altro, in un andare e in un movimento che non sono più soltanto metaforici.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/20
Nella lettura di Levinas il pensiero e la vita di Rosenzweig sono una vera e propria testimonianza. In particolar modo, l'episodio della conversione al cristianesimo che Rosenzweig, all'ultimo istante, decide di non completare, decidendo di restare ebreo, testimonia del miracolo del destino ebraico, che trova la salvezza nell'ultima ora.
DOI: 10.13134/2531-8624/12-2012/21