Traduire Zola du XIXesiècle à nos jours

Traduire Zola du XIXesiècle à nos jours
A cura di:  Bruna Donatelli, Sophie Guermès
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: maggio 2018
Pagine: 278
ISBN: 978-88-94885-88-0
n° downloads ad oggi: 2092

Abstract

Il volume, incentrato sulla ricostruzione del panorama storico, linguistico e culturale entro il quale si collocano le traduzioni di Zola in ambito europeo e extraeuropeo, si articola in tre volets che portano in primo piano il confronto/dibattito tra traduttori e traduttologi e le risposte rimediatizzate dei romanzi di Zola, dal testo letterario al tessuto iconico, agli adattamenti cinematografici. Si tratta del primo studio di insieme su tali problematiche.

Contributi

Introduzione

Bruna Donatelli  Sophie Guermès 

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/1

Les prérequis stylistiques de la traduction littéraire: Zola

Henri Mitterand

La traduzione di un’opera letteraria in prosa ha spesso in comune con la maggior parte degli studi critici la presa in considerazione «il senso delle parole», trascurando tuttavia la materialità sonora, cioè le scelte e gli effetti specifici delle componenti fonematiche e prosodiche del linguaggio. Ciò è particolarmente pregiudizievole per gli scrittori come Chateaubriand, Flaubert, Zola, Proust, Céline, per i quali una lettura perspicace e pertinente è anche necessariamente un “ascolto”, perché hanno dato la parola al loro testo prima di scriverlo o mentre lo scrivevano. Una volta riconosciuta tale verità, non è necessario denominarla, per lo più in termini generali o metaforici. È necessario descrivere, testi alla mano, con una terminologia appropriata, i tratti di oralità, non soltanto quelli lessicali e sintattici, ma anche i tratti fonematici e prosodici, ciò che i linguisti indicano come enunciazione sopra-segmentale, o ancora il contorno dell’enunciato. Prendendo come esempi due o tre estratti dell’Assommoir e di Germinal, ci si propone di articolare una grammatica del prosodico, il cui uso permetterebbe all’analista di apprezzare concretamente il modo in cui lo scrittore, secondo le parole stesse di Zola «dà un suono al significato muto delle cose» e, forse, al traduttore, di far passare nella voce d’arrivo accenti e soffi della voce d’origine.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/2

La censure et autres problèmes

Valerie Minogue

L’articolo prende in considerazione innanzitutto il problema della censura in Inghilterra nel XIX secolo, in particolar modo a proposito della traduzione de L’Argent (Money); e poi ciò che ho definito come «l’anticensura» di Nana. Poi evocherò diversi problemi e pericoli della traduzione, facendo riferimento alla mia esperienza di traduttrice di due romanzi: L’Argent (Money) e La Faute de l’abbé Mouret (The Sin of Abbé Mouret) e, dopo i problemi e i pericoli, porrò l’accento sul grande piacere che si prova a entrare nelle pieghe dei testi poetici di Zola nel tradurli.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/3

Traduire Zola : une question de voix

Brian Nelson

In questo articolo saranno discusse le questioni linguistiche fondamentali che ogni traduttore di Zola deve affrontare: problemi di sintassi, ritmo, registro, espressioni gergali. Si tratterà in particolar modo di sfide da affrontare per trovare una voce giusta alla traduzione dell’Assommoir, in particolar modo la difficoltà di rispettare la volontà di coniugare il discorso popolare dei personaggi con il discorso letterario del racconto, le scelte traduttive inseparabili da quelle narrative. È lo stile del romanzo – l’utilizzazione che Zola fa del lessico e della sintassi di strada – a spiegare in gran parte l’originalità del romanzo, la sua forza possente, la sua reputazione “scandalosa” e il suo impatto politico sovversivo. Il traduttore, nel tentativo di catturare, con andamento mimetico, la ventriloquia stilistica propria di Zola, deve fare scelte appropriate in termini di registro e di voce.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/4

Traduire Pot-Bouille aujourd’hui

Andrea Calzolari

Questo studio prende in considerazione le traduzioni storiche di Pot-Bouille e la fortuna di Zola in Italia. Allo stesso tempo fa riferimento alla poetica naturalista nelle interpretazioni di Lukàcs e di Mitterand, così come agli aspetti della poetica naturalista che occorrerebbe salvaguardare nella traduzione. Infine, affronta il problema del titolo e di alcune altre difficoltà traduttive.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/5

Le traducteur comme lecteur idéal ? Voir ou ne pas voir les répétitions dans les romans de Zola

Dominique Legallois

Questo articolo è incentrato sull’idea che il traduttore dei Rougon-Macquart si costituisce attraverso il dispositivo utilizzato da Zola come lettore ideale. Tale dispositivo è la ripetizione letterale, fenomeno poco trattato dalla critica, ma tuttavia manifesto e strutturale nell’opera di Zola. Partendo dalle versioni tedesche, portoghesi e inglesi della Faute de l’abbé Mouret, esamineremo come i traduttori hanno preso (o meno) in esame la ripetizione. Sosterremo anche l’importanza nel lavoro del traduttore dell’utilizzo degli strumenti informatici, metodo necessario per l’identificazione della ripetizione (ma anche di altri fenomeni stilistici).

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/6

Les traductions de Zola en suédois : première synthèse

Hans Färnlöf 

Questa panoramica delle edizioni svedesi dell’opera di Zola indica che l’autore era ben presente nel panorama letterario svedese fin dalla prima traduzione del 1879 (L’Assommoir) fino verso gli anni Trenta del XX secolo, presenza fortificata dall’impatto dell’Affaire Dreyfus. I dati sembrano anche suggerire la possibilità di un’influenza negativa del dibattito su La Terre, dal momento che questo romanzo è stato tradotto soltanto nel 1917, e che si può individuare un’interruzione delle traduzioni tra il 1886 e 1891. Per il restante periodo fino ai nostri giorni, la presenza di Zola in Svezia resta paragonabile a quella di altri realisti, come Balzac o Flaubert. La crescita delle edizioni di Zola durante gli ultimi decenni si spiega principalmente dall’impiego delle edizioni digitali, mentre quelle tradizionali cartacee diminuiscono. Thérèse Raquin spicca come l’opera di gran lunga la più edita, seguita dai classici come Germinal e L’Assommoir. L’articolo termina con qualche considerazione sulla traduttologia. La lettura di alcuni studi recente sulla traduzione della produzione romanzesca di Zola porta all’identificazione di due approcci differenti: da un lato, il voler focalizzare l’eventuale perdita di senso dovuta alle scelte sbagliate del traduttore, dall’altro il voler discutere le problematiche che emergono dalla traduzione al fine di comprendere meglio la specificità del testo di partenza. Quest’ultimo approccio è incentrato maggiormente sulla poetica dell’autore e perciò preferibile per gli studi letterari.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/7

Traduire en russe la poétique zolienne : l’exemple de Rome

Sophie Guermès 

La traduzione di Rome, di cui si occupa quest’articolo, fa parte delle Œuvres complètes di Zola, pubblicate in URSS nel 1965. Rileva ciò che Yves Bonnefoy designava nella Communauté des traducteurs (2000) come una «traduzione altruista». L’articolo propone un breve excursus storico delle traduzioni russe di Rome tra il 1896 e il 1965; fornisce poi i risultati di una breve indagine condotta a proposito di due tra i traduttori più recenti. Si tratta dell’aspetto sociologico dell’articolo, che precede alcuni elementi di analisi della poetica del testo: ritmi, nel racconto come nei dialoghi, immagini, stile indiretto libero.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/8

Traduction de Rome de Zola en italien et mise à l’Index

Silvia Disegni

Dopo aver preso in esame diverse edizioni della traduzione italiana di Rome ed essersi soffermati sulla traduttrice Emilia Luzzato, l’articolo si focalizzerà sulla messa all’Indice di Rome e sulle obiezioni fatte a Zola per il suo romanzo. Ci si interrogherà poi sulle implicazioni della precedente censura pontificale di Lourdes sulla traduzione di Rome, secondo volet della trilogia Trois villes; implicazioni che saranno analizzate nel testo italiano e di cui saranno forniti esempi rilevanti.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/9

De L’Assommoir à La Taberna : traductions espagnoles du roman de Zola

Tatiana Antolini-Dumas

Dal 1877 al 1911, la ricezione dell’Assommoir, e le sue numerose edizioni, testimoniano il suo considerevole successo in Spagna. Confrontate con una lingua considerata intraducibile, i primi traduttori del romanzo adottano strategie di volta in volta differenti, a seconda che adattano o meno il testo ai lettori spagnoli. In seguito il romanzo conosce una forma di disaffezione per una cinquantina d’anni. Dal 1963, la Spagna conosce un periodo di liberalizzazione in ambito editoriale. La politica della censura, istituita nel 1938 dal regime franchista, si attenua; il testo di Zola è quindi rieditato e nuovamente tradotto. Tuttavia il contesto politico condiziona ancora le traduzioni del romanzo. Il dossier di censura dell’Assommoir spiega come alcuni editori abbiano dovuto praticare un’autocensura, mentre nello stesso periodo alcuni traduttori facevano subire al testo di Zola importanti distorsioni, rendendolo così più conforme all’ideologia franchista.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/10

Du textuel au transmédial : portraits de Nana

Bruna Donatelli

Questo studio s’incentra sull’atto del tradurre non come luogo di transizione da un codice linguistico a un altro, ma come «traduzione fuori dalle righe», canonica che implica il passaggio dal testuale al transmediale. L’articolo prende in considerazione unicamente le modalità di trasposizione riferite al ritratto di Nana in relazione alla sua rassomiglianza fisica ovvero ad alcuni aspetti della sua personalità e del suo comportamento mutevole. L’attenzione si focalizzerà in particolar modo su un dispositivo molto presente nel tessuto narrativo, lo specchio in quanto oggetto di desiderio che protegge Nana dallo sguardo degli altri e, quasi una sorta di velo, di distanza tra lei e i suoi clienti, diventa il luogo della trasfigurazione e dell’alterità. L’articolo intende stabilire quale ruolo svolge lo specchio nelle differenti transmediazioni del romanzo: opere pittoriche, edizioni illustrate, adattamenti filmici, immagini di copertina.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/11

La Bête Humaine à travers ses traductions italiennes : parcours translinguistiques, transmédiaux, transculturels

Marina Geat

La Bête Humaine di Zola è stato, in Italia, l’oggetto di molte traduzioni inter-linguistiche nel senso stretto del termine, ma anche di tutta una serie di adattamenti e di interferenze trans-semiotiche e trans-mediali che ne hanno selezionato e modificato il senso secondo le esigenze di altri creatori o del pubblico al quale si erano indirizzati. Quest’articolo porterà esempi di questo percorso: si ricorderanno rapidamente le traduzioni “classiche” della Bête Humaine in Italia. Si allargherà in seguito la prospettiva agli effetti del paratesto, in particolar modo alle immagini di copertina, alle illustrazioni delle edizioni, alle critiche dei giornali. Si rifletterà infine sulle trasformazioni apportate al romanzo da due adattamenti cinematografici celebri (Jean Renoir e Fritz Lang) nelle loro versioni italiane ; sulle influenze del paratesto sul piano della ricezione (manifesti, critiche…); sui fenomeni di intertestualità che, tramite la mediazione del cinema e di altri generi, riprendono e modificano ulteriormente il senso originale dell’opera di Zola, fino ad arrivare al rovesciamento radicale del suo senso profondo in un genere multi-semiotico alla moda, quale il cineromanzo in voga negli anni ’50.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/12

Entre réel et imaginaire. La réception et les traductions des Trois villes de Zola en Pologne

Piotr Śniedziewski 

L’articolo intende presentare la ricezione di Trois villes d’Émile Zola in Polonia nel XIX secolo e esaminare le traduzioni polacche di questa trilogia. Prima di tutto saranno messe in luce le opinioni sfavorevoli che i tre romanzi hanno suscitato: le critiche polacche li descrivevano come immaturi e faziosi. Poi porrà l’accento (tuttavia con qualche riserva) sull’importanza artistica delle traduzioni di Trois villes nel XX secolo e la tensione, sottolineata ampiamente dalle traduttrici, tra il linguaggio della medicina e della religione, evidente nel volume Lourdes.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/13

Zola, l’art et son époque : approches culturelles grecques

Irini Apostolou

Zola è uno degli scrittori francesi più tradotti in Grecia nel XX secolo. Dopo la polemica suscitata dalla pubblicazione di Nana, le sue opere, veicolate dalla traduzione, hanno traghettato informazioni sulla cultura francese, in particolare su quella parigina, del XIX secolo. Partendo da un corpus costituito dalle traduzioni dell’Œuvre e del Bonheur des Dames, ci proponiamo di studiare gli elementi culturali che sono ampiamente descritti da Zola. Ci interesseremo più precisamente dell’immagine del milieu artistico, dell’arte, della moda e dell’architettura. Abborderemo così le scelte dei traduttori caratterizzate dai dati storici, e mostreremo l’intraducibilità di alcuni elementi che lasciano trapelare l’eterogeneità delle società di partenza e quella di arrivo. Infine presenteremo i mezzi utilizzati (prefazioni, note a piè di pagina, appendici) per favorire l’acclimatazione culturale del lettore.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/14

La traduction de Zola en roumain

Maria Bîrnaz 

La trasposizione dei romanzi di Émile Zola in Romania è iniziata nel 1882 con la traduzione di Thérèse Raquin di Frédéric Damé. Le difficoltà di tradurre l’opera di Zola, conferma di un discorso nuovo, preoccupato di “dire tutto”, non hanno scoraggiato il traduttore rumeno. Numerose traduzioni e nuove traduzioni si sono susseguite, poiché Émile Zola fa parte degli scrittori largamente tradotti in Romania. Parallelamente all’ammirazione che l’opera ha suscitato tra i lettori, il metodo dello scrittore naturalista è stato apprezzato dai giovani scrittori che ricercavano nuovi modelli in letteratura. È così che molti autori rumeni degli inizi del XX secolo, nel trovare le loro fonti di ispirazione nell’universo di Zola, sono stati qualificati come “zoliani” anzi “molto zoliani”.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/15

La “Fortune” de Zola au Royaume-Uni

Chantal Morel

Dal 1879, data della prima traduzione in inglese dell’opera di Zola, La “Fortuna” dell’opera d’Émile Zola nel Regno Unito è il frutto di una conoscenza di prima mano di tutti i volumi inventariati. Quest’articolo mette l’accento sull’importanza di Henry e Alfred Vizetelly, che hanno aperto la strada a numerosi nuovi traduttori nel XX secolo, tra cui quelli che hanno recentemente pubblicato le traduzioni dei romanzi di Zola presso le Oxford University Press.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/16

Traduire Zola au Japon : comment traduire ? Pour qui traduire ?

Kyoko Watanabe

La traduzione della letteratura occidentale è un fenomeno recente in Giappone, rimasto per molto tempo chiuso agli altri paesi. Le prime opere tradotte in Giapponese sono stati alcuni racconti di avventura destinati a divertire le masse, ma non a istruirle. Tra i romanzieri popolari, Zola fu uno tra i più tradotti. Prenderemo come esempi le traduzioni proposte da Kafū Nagai. Kafū, benché grande conoscitore delle teorie zoliane, ha reso i romanzi di Zola, conformi ai gusti dei lettori giapponesi: ha abbreviato e molto spesso, si è trattato più di adattamenti che di traduzioni. Ma Kafū non è stato il solo a effettuare questo genere di operazione, il che spiega la comparsa di numerose traduzioni fantasiose, alcune delle quali per mano di diversi traduttori che non erano traduttori professionisti, ma scrittori loro stessi. Fu necessario molto tempo affinché le opere complete di Zola fossero tradotte in Giappone senza subire modifiche.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/17

Les traductions des romans de Zola et la réception du naturalisme en Chine (1871-1949)

Rosa Lombardi

Lo studio si propone di illustrare le dinamiche che preparano e accompagnano la ricezione delle teorie naturaliste e la traduzione delle principali opere di Zola in Cina nella prima metà del Novecento. L’analisi di scritti teorici, di prefazioni e postfazioni alle edizioni cinesi delle opere di Zola, firmate da noti traduttori e scrittori dell’epoca, sembra indicare che la scelta di introdurre in Cina il Naturalismo fu dettata dalla volontà di creare un nuovo e moderno canone letterario che rispondesse alle esigenze del periodo storico. L’acceso dibattito sulle teorie di Zola che precedette la traduzione delle sue opere, portò a un adattamento e sinizzazione del Naturalismo, attraverso l’esclusione degli aspetti considerati negativi che ne avrebbero condizionato la ricezione in Cina.

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/18

Bibliographie des traductions de Zola en Italie

Giulia Parma

DOI: 10.13134/978-88-94885-88-0/19

Nella stessa collana