Abstract
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In questo lavoro - solo apparentemente didascalico - il filosofo del diritto Giovanni Tarello dà prova della sua poliedrica capacità di analizzare criticamente ambiti che a prima vista sembrerebbero lontani dalla sua disciplina. E lo fa abbracciando non una sola ma due prospettive in quegli anni ancora considerate distanti fra loro: il più antico degli istituti del diritto privato, la proprietà, e la sua collocazione nel relativamente recente quadro costituzionale istituzionale (ed in particolare attraverso le lenti degli artt. 42, 43, 44 e 47). Di lì a non molto la lettura "costituzionalmente orientata" di gran parte delle figure del diritto civile sarà comune ed anzi obbligata per la migliore dottrina italiana. Ma proprio perché Giovanni Tarello vede le connessioni dall'esterno, senza vincoli dogmatici, riesce ad individuare – in un corso straordinariamente innovativo anche nel suo metodo - una molteplicità di idola che all'epoca offuscavano la vista anche ai più autorevoli commentatori.
Giovanni Tarello was a young philosopher of law when he was entrusted with the Private Law course, a fundamental course in the law degree curriculum. Tarello decides to tackle the most ancient private law institution, the law of property. But he does it through a completely innovative – for those years – approach, looking at property through the lenses of the several provisions of the Italian Constitution and the decisions of the Italian Constitutional court. Giovanni Tarello, an already estabished legal-realist scholar, in his course sweeps away dogmatic approaches to the law of property, presenting a new and mind-refreshing perspective.