Abstract
Il volume ripercorre la questione della creatività giurisprudenziale, e più in generale la questione dell’apporto del momento giurisprudenziale alla formazione del diritto positivo, sia in una prospettiva storica (nel diritto romano, nel diritto comune medievale, nel diritto dell’Europa moderna), sia in una prospettiva teorica e filosofica. Opera coraggiosa e innovativa, apparsa per la prima volta in un contesto culturale ancora dominato dal legalismo, dal formalismo concettualista, e da una rappresentazione del ruolo del giurista come puro “tecnico del diritto”, oggi rivela una portata quasi profetica, e la sua persistente importanza chiarificatrice a fronte di discorsi sempre più di moda sull’assurgere della giurisprudenza al rango di fonte del diritto.
The volume traces the question of jurisprudential creativity, and more generally the question of the contribution of the jurisprudential moment to the formation of positive law, both from a historical perspective (in Roman law, medieval common law, and the law of modern Europe) and from a theoretical and philosophical perspective. A courageous and innovative work, first appearing in a cultural context still dominated by legalism, conceptualist formalism, and a representation of the jurist's role as a pure "technician of the law," today it reveals an almost prophetic scope, and its persistent clarifying importance in the face of increasingly fashionable discourses on the rise of jurisprudence to the rank of source of law.