Democrazia e Sicurezza – 2021 n. 1

Democrazia e Sicurezza – 2021 n. 1
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: aprile 2021
Pagine: 192
ISBN: 2239-804X
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Abstract

Il nuovo numero di Democrazia & Sicurezza contiene un editoriale sulla tenuta dello stato di diritto nelle democrazie contemporanee (alla luce dell’assalto a Capitol Hill avvenuto a gennaio) e contributi su vari temi: terrorismo e protezione dati, nuove norme in materia di immigrazione e sicurezza, la sentenza della Corte costituzionale sul controllo di vicinato, la tratta delle donne migranti e il populismo giudiziario.

Contributi

L’assalto a Capitol Hill e la tenuta dello Stato di diritto nelle democrazie contemporanee

Salvatore Bonfiglio 

DOI: 10.13134/2239-804X/1-2021/1

I prerogative powers al vaglio della Corte suprema nel caso Elgizouli: le prospettive evolutive del common law e le nuove frontiere del judicial review

Pamela Martino 

La Corte suprema del Regno Unito, nel caso Elgizouli, ha ritenuto che non fosse il common law, ma piuttosto l'incapacità del ministro degli interni di considerare i suoi doveri ai sensi del Data Protection Act 2018 a rendere illegale la decisione dell'allora ministro degli interni di consegnare le prove alle autorità statunitensi. L'attenzione ai diritti di common law solleva interrogativi sulla loro interazione con il Human Rights Act 1998 e sull’estensione della protezione da parte del common law. su come sappiamo cosa protegge la common law. È chiaro che il rapporto tra la common law e l'HRA non è fissato e Elgizouli è un altro caso che dimostra approcci radicalmente diversi. La sentenza si aggiunge al dibattito su quali diritti siano tutelati dal common law, su come i tribunali identifichino tali diritti e sulla questione della razionalità, sostenendo che il contesto fattuale del caso ha giustificato un esame più approfondito della decisione del ministro dell'Interno.

DOI: 10.13134/2239-804X/1-2021/2

Il nuovo decreto legge n. 130/2020 in materia di immigrazione e sicurezza: continuità o rottura?

Jessica De Vivo 

Il contributo si propone di descrivere le principali novità legislative introdotte dal decreto legge n. 130/2020 in materia di immigrazione e sicurezza, evidenziando gli aspetti di continuità e discontinuità con i precedenti interventi in tali ambiti. L’analisi, seguendo l'approccio del decreto in commento, si focalizza su tre temi principali: lo status giuridico dello straniero; i cambiamenti in materia penale; ulteriori interventi nel campo della sicurezza.

DOI: 10.13134/2239-804X/1-2021/3

‘Ronda veneziana’, per la Consulta la musica non cambia. Il controllo di vicinato alla luce di Corte cost. 21 ottobre 2020, n. 236

Gabriele Trombetta 

La sentenza n. 236/2020 della Corte costituzionale ha statuito che la legge regionale veneta sul “controllo di vicinato” è costituzionalmente illegittima. Il contributo, in particolare, ha preso in esame tanto il contesto normativo entro il quale la sentenza è stata emessa, quanto i precedenti rilevanti nella giurisprudenza costituzionale.

DOI: 10.13134/2239-804X/1-2021/4

La tratta delle donne migranti in Europa e gli interventi nazionali e comunitari nella protezione delle vittime

Susanna Azzaro 

Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dell’Unione Sovietica, la struttura politica e sociale in Europa è cambiata radicalmente. Migliaia di persone hanno attraversato i confini e un numero imprecisato di giovani donne – e bambini – hanno subito la tratta e sono stati costretti a prostituirsi nell'Europa centrale e occidentale. I politici e i legislatori europei si sono presto resi conto che il continente stava affrontando una nuova forma di schiavitù e che nuove misure dovevano essere prontamente prese per affrontare questo fenomeno. Oggi i risultati sono ancora lontani dall'essere omogenei: ogni paese ha le proprie norme e le vittime lottano per trovare la via d'uscita.

DOI: 10.13134/2239-804X/1-2021/5

The Judicial System at the Crossroads of Populism and Elitism

Giovanni Damele 

«Populismo penale» è diventata un’espressione comune e una categoria chiave tra gli studiosi tanto di populismo politico quanto di repressione del crimine; spesso è opposto al concetto di «elitismo penale». Il «populismo giudiziario» può essere considerato una sottocategoria della categoria più generale di populismo penale in quanto si riferisce all'applicazione giudiziaria del diritto penale. Anche in questo caso si può osservare una dialettica tra “populismo” ed “elitismo”. La magistratura, ad esempio, può essere presentata come agente di moralizzazione, per la sua indipendenza e la sua natura (presumibilmente) apolitica. Pertanto, il populismo giudiziario si trova all'incrocio tra populismo penale ed elitismo penale: esso condivide con il populismo penale la pretesa di parlare per il popolo, ma questa affermazione è chiaramente avanzata da un'élite tecnocratica.

DOI: 10.13134/2239-804X/1-2021/6

Ida Angela Nicotra, Pandemia costituzionale, Editoriale Scientifica, Napoli, 2021, pp. 154

Gabriele Maestri 

DOI: 10.13134/2239-804X/1-2021/7

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