Democrazia e Sicurezza – 2021 n. 3

Democrazia e Sicurezza – 2021 n. 3
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: febbraio 2022
Pagine: 176
ISBN: 2239-804X
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Abstract

«Democrazia e Sicurezza - Democracy and Security Review», ideata dal prof. Salvatore Bonfiglio, è nata come periodico scientifico dell'Università degli Studi Roma Tre all'interno del PRIN 2008 «Costituzioni e Sicurezza dello Stato: scenari attuali e linee di tendenza» e proseguito con il PRIN 2010-2011 «Istituzioni democratiche e amministrazioni d’Europa: coesione e innovazione al tempo della crisi economica». La rivista intende approfondire il rapporto tra democrazia e sicurezza: esso, se pur a volte conflittuale, non deve mai negare, a maggior ragione in un ordinamento democratico, i diritti fondamentali della persona.

«Democrazia e Sicurezza - Democracy and Security Review» has been founded by professor Salvatore Bonfiglio as a scientific review of the University of Roma Tre and part of the National Research Project «Constitutions and State Security: Present Scenarios and Perspectives» (2008). Subsequently the activities have continued within the National Research Project «European Democratic Institutions and Administrations: Cohesion and Innovation in Times of Economic Crisis» (2010-2011). This review aims to deepen the relationship between democracy and security: they could sometimes conflict, nonetheless, fundamental human rights may never be denied nor seriously altered in any democratic State.

Contributi

Democrazie in pandemia tra mito e realtà

Pamela Martino 

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/1

I diritti delle minoranze nei Balcani occidentali, tra transizioni incompiute ed emergenza sanitaria

Maria Dicosola 

Negli anni ’90, sulla scia della guerra nell’ex Jugoslavia e del crollo del regime di Hoxa in Albania, in ciascuno degli stati dei Balcani occidentali iniziò a svilupparsi un complesso processo basato sulla costruzione della nazione, sulla transizione democratica, sulla stabilizzazione regionale e sull'integrazione europea. Le interconnessioni tra i suddetti fattori sono state particolarmente complesse e problematiche, a causa dei frequenti casi di conflitto tra, da un lato, la costruzione della nazione e, dall’altro, la transizione democratica, la stabilizzazione dell’area e l’integrazione nell'UE. In particolare, emerge un divario tra law in books e law in action quando si considerano le riforme adottate allo scopo di conformarsi agli standard della condizionalità europea. Questo conflitto è diventato ancora più evidente nel contesto della pandemia di Covid-19, quando l’adozione di misure di emergenza ha rafforzato il nazionalismo, con un impatto particolarmente negativo sul processo di transizione democratica. I diritti delle minoranze sono un caso di studio rilevante di questo complesso processo. In effetti, come si sostiene in questo articolo, la debolezza della legislazione europea sui diritti delle minoranze nei Balcani occidentali potrebbe essere spiegata in termini di una relazione teorica poco chiara tra i diritti delle minoranze, la democrazia e lo stato di diritto, non solo nel contesto locale, ma anche europeo.

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/2

L’emergenza pandemica come innesco della crisi delle democrazie illiberali negli ordinamenti costituzionali ungherese e polacco

Simone Benvenuti 

Questo articolo riflette sull’impatto della crisi pandemica sullo stato delle democrazie illiberali in Ungheria e Polonia. Ritiene che nel 2020 e nel 2021 i due regimi abbiano subito una perdita di legittimità e ciò abbia esacerbato gli elementi di resistenza al loro consolidamento. L’analisi, che mira a contribuire alla discussione teorica sulla natura delle democrazie illiberali, dopo aver presentato il quadro costituzionale per emanare lo stato di emergenza nei due paesi e la relativa prassi, si concentra sugli sviluppi in tre aree: sistema di governo, regime e rapporti con l’Unione Europea. Si conclude quindi situando l’analisi nella prospettiva delle tradizioni costituzionali ungherese e polacca.

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/3

L’esercizio della libertà religiosa in carcere, tra garanzie di sicurezza e finalità rieducative: l’esperienza islamica

Alberto Fabbri 

Il rapido cambiamento che ha interessato la rilevante questione della popolazione carcerata che professa la religione islamica pone situazioni problematiche. Il proselitismo fondamentalista e la radicalizzazione jihadista hanno costretto l’amministrazione penitenziaria a monitorare il fenomeno per prevenire eventi di rischio o interrompere qualsiasi processo correlato. Tuttavia questa attività di monitoraggio rischia di minare la piena realizzazione del diritto alla libertà di culto all’interno degli istituti penali. La ricerca intende cogliere e approfondire alcuni aspetti del fenomeno, per valutare l’efficacia delle politiche messe in atto al fine di coniugare espressioni di culto, sicurezza e finalità rieducative.

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/4

Gli effetti della lotta contro la radicalizzazione nelle prigioni francesi

Bartolomeo Conti 

Questo articolo analizza in primo luogo lo sviluppo storico della lotta alla radicalizzazione nelle carceri francesi. In secondo luogo, descrive il recente sviluppo di un modello incentrato sulla prevenzione, che pone l’accento sull'individuare, quanto prima, eventuali cambiamenti che potrebbero essere interpretati come i primi segnali di radicalizzazione. Quindi indaga gli effetti di un tale modello e in particolare come l’ingiunzione a identificare finisca per stigmatizzare ulteriormente le popolazioni “a rischio”, come i musulmani e i giovani delle periferie emarginate. La prevalenza della sicurezza e della sorveglianza, infatti, rischia di offuscare la separazione tra il personale dell'intelligence e i professionisti responsabili della cura dei detenuti in carcere, riducendo così la possibilità di costruire relazioni di fiducia e spazi di dialogo. Questo contributo finisce per mostrare come, in un ambiente dominato da una visione binaria e dalla sfiducia, le istituzioni possano essere un attore attivo nella spirale del processo di radicalizzazione.

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/5

Dal totalitarismo produttivista e consumista alla società della decrescita: la sfida di Serge Latouche

Emanuele Rossi 

La crisi economica del 2008, l’emergenza sanitaria, la questione climatica e il rischio di un imminente disastro ecologico, hanno aperto il dibattito sul futuro delle nostre società e sulla necessità di ripensare i nostri comportamenti ei nostri stili di vita. All’interno di questo dibattito, un ruolo di primo piano è svolto da Serge Latouche che, in un recente volume intitolato Breve storia della decrescita. Origine, obiettivi, malintesi e futuro, torna a riflettere sulla parola «decrescita» e sulla necessità di lasciare il dominio dell'economia per dar vita a un’altra società basata sul dono, la condivisione e la convivialità.

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/6

Cecilia Siccardi, I diritti costituzionali dei migranti in viaggio. Sulle rotte del Mediterraneo, Editoriale Scientifica, Napoli, 2021, pp. 436

Gabriele Maestri 

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/7

Giovanna Pistorio, La sicurezza giuridica. Profili attuali di un problema antico, Editoriale Scientifica, Napoli, 2021, pp. 220

Gabriele Trombetta 

DOI: 10.13134/2239-804x/3-2021/8

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