Dialoghi di diritto amministrativo. Lavori del laboratorio di diritto amministrativo 2020-2021

Dialoghi di diritto amministrativo. Lavori del laboratorio di diritto amministrativo 2020-2021
A cura di:  Andrea Carbone, Enrico Zampetti, Flaminia Aperio Bella
Editore: RomaTrE-Press
Data di pubblicazione: ottobre 2022
Pagine: 352
ISBN: 979-12-5977-117-9
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Abstract

Il Laboratorio di diritto amministrativo nasce come iniziativa di incontro e scambio tra giovani studiosi della materia per discutere delle ricerche in corso di svolgimento. L’idea, ispirata dall’esperienza di quanto avviene in altre realtà, soprattutto al di fuori del nostro Paese, si fonda sulla necessità di collocare, nell’ambito di un percorso di ricerca sovente caratterizzato dalla ‘solitudine’ di chi lo intraprende, un momento di confronto dialettico all’interno della comunità scientifica; un momento in cui, cioè, la comunità stessa metta a disposizione del singolo le proprie eterogenee esperienze e conoscenze, di modo che questi possa conseguire un più proficuo sviluppo del suo lavoro, nell’ottica di un complessivo arricchimento reciproco. Dopo la pubblicazione di analogo lavoro per l’anno 2019 (introdotto dalla prof.ssa Maria Alessandra Sandulli), gli esiti delle ricerche, per gli anni 2020-2021, sono oggetto di pubblicazione del presente volume, insieme agli ulteriori contributi ad essi correlati e ispirati dall’attività del Laboratorio.

Contributi

L’assetto pluralistico delle giurisdizioni alla luce dell’evoluzione giurisprudenziale e del diritto europeo

Davide Palazzo 

L’articolo esamina la nozione di «motivi inerenti alla giurisdizione» alla luce della più recente giurisprudenza italiana e della Corte di giustizia dell’Unione europea. L’Autore evidenzia come le ipotesi di difetto assoluto e relativo di giurisdizione si colleghino frequentemente all’interpretazione del diritto sostanziale, rendendo piuttosto flessibili i margini del sindacato della Cassazione sulle sentenze del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti. Si analizza, inoltre, il modo in cui il diritto dell’Unione europea incide sull’assetto pluralistico delle giurisdizioni, alla luce dei principi di equivalenza ed effettività giurisdizionale. In particolare, si sottolinea l’esigenza valutare l’effettività tenendo conto della natura “ibrida” dell’ordinamento eurounitario e della complessiva architettura istituzionale che governa i rapporti tra esso e gli Stati membri dell’Unione.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/1

La proiezione processuale dei dissensi tra gli enti territoriali

Mauro Renna  Stefano Vaccari 

Il presente lavoro ha ad oggetto lo studio delle forme di ‘proiezione’ processuale dei dissensi tra enti territoriali. In proposito, si assiste a un progressivo incremento del contenzioso tra amministrazioni quale effetto della moltiplicazione dei centri di potere e della configurazione di funzioni amministrative c.d. pluri-strutturate. Il significativo aumento di questa tipologia di controversie è sintomatico della patologica inidoneità degli strumenti di coordinamento procedurale a raggiungere gli obiettivi della sintesi e dell’‘unità’ nella funzione esecutiva; con la conseguenza che le ‘crisi di cooperazione’ tra pubbliche amministrazioni finiscono per essere trasposte in sede processuale. L’analisi della casistica giurisprudenziale in materia consente di distinguere due specie di conflitti tra loro differenti: da un lato, vi sono le ipotesi di ‘interferenze’ tra poteri amministrativi, nel senso di invasioni e compressioni di altrui potestà; dall’altro, le fattispecie in cui l’ente territoriale agisce giudizialmente in qualità di soggetto esponenziale e rappresentativo della collettività di riferimento. Le suddette categorie di controversie presentano numerose criticità con riguardo tanto alle condizioni dell’azione, e alla legittimazione a ricorrere nella specie, quanto alla più generale compatibilità con la ‘natura’ del processo amministrativo quale giurisdizione di diritto soggettivo.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/2

Dal ne bis in idem europeo di diritto amministrativo al diritto alla buona amministrazione: un possibile itinerario di studio

Marco Cappai 

Si definisce ne bis in idem europeo di diritto amministrativo la convergenza sul medesimo soggetto, per lo stesso fatto, di procedimenti e/o sanzioni di natura amministrativa che, trovando fonte, diretta o indiretta, nel diritto europeo, sono catturati dall’art. 50 CDFUE. Con le recenti sentenze sui casi bpost e Nordzucker, la Grande Sezione della Corte di giustizia ha finalmente elaborato un test unitario, valido in tutte le aree del diritto europeo. Esso valorizza l’identità materiale dei fatti e prescinde dalla qualificazione giuridica della fattispecie. Al contempo, e conformemente alla giurisprudenza Menci, esso ammette deroghe al principio, ove previste per legge, rispettose dell’essenza del diritto fondamentale e proporzionate (art. 52, § 1 CDFUE). L’approdo ermeneutico appare, negli effetti, affine all’arresto dalla Grande Camera della Corte Edu nel caso A & B c. Norvegia. Il punto di equilibrio raggiunto dalle Corti sovranazionali desta sentimenti ambivalenti nella comunità penalistica e amministrativistica. La prima, abituata a confrontarsi con un principio di legalità stretta, teme un’eccessiva incertezza delle regole che presidiano l’eccezione al divieto di bis in idem. La seconda saluta con favore l’emersione di uno statuto unitario della sanzione afflittiva, salvo registrare, a posteriori, una più blanda applicazione delle garanzie penalistiche alle sanzioni amministrative. Si isolano quindi le ipotesi di ne bis in idem europeo di diritto amministrativo e si propone di guardare al diritto amministrativo – in primo luogo al principio europeo di buona amministrazione (art. 41 CDFUE) – per individuare un ventaglio di regole minime che trascendono la prospettiva sanzionatoria e trovano fondamento nella relazione autorità-libertà. Da questo angolo visuale, le sentenze bpost e Nordzucker potrebbero generare un positivo effetto di trascinamento, favorendo l’emersione di un modello di amministrazione europea attento al cittadino, prima che agli obiettivi di politica comunitaria.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/3

I cittadini “attivi” e l’amministrazione “condivisa”

Giuseppe Andrea Primerano 

L’esigenza di ripensare i contesti urbani come luoghi di ristrutturazione delle relazioni economiche, politiche e sociali appare strettamente correlata alle sempre più frequenti iniziative dal basso configurabili come tentativi di riconquista della città pubblica. Il contributo si sofferma sul ruolo dei cittadini attivi, fondato sul principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale e sul valore della solidarietà, in relazione alle esperienze di amministrazione condivisa che stanno progredendo nel nostro Paese. In tale prospettiva, particolare attenzione è riservata ai patti di collaborazione attraverso cui vengono definiti gli interventi di cura o rigenerazione dei beni comuni urbani.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/4

La giurisdizione contesa in materia di danno da lesione dell’affidamento incolpevole. Nota a Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria, 29 novembre 2021, n. 20

Luca Bordin 

Il contributo esamina la recente pronuncia dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 20/2021, la quale risolve la questione di giurisdizione in materia di lesione dell’affidamento da provvedimento favorevole poi annullato in modo distonico rispetto al prevalente indirizzo delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Prese le mosse dal contesto giurisprudenziale e dottrinario nel quale la pronuncia si colloca, seguono alcune osservazioni relative alle conclusioni raggiunte dal Consiglio di Stato, per poi procedere con talune considerazioni di ordine generale con riferimento al sistema di riparto della giurisdizione, anche in una prospettiva de iure condendo.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/5

Diritto dell’Unione europea e articolo 111 co. 8 Cost. Considerazioni a margine del caso Randstad sui profili problematici della nomofilachia differenziata

Enrico Zampetti 

Nell’esaminare la pronuncia della Corte di giustizia UE sul c.d. caso Randstad, il contributo approfondisce le implicazioni dell’articolo 111, co. 8 Cost. sull’assetto giurisdizionale interno, anche oltre le specifiche questioni sottoposte al giudice europeo. In particolare, si evidenzia come proprio il differente trattamento riservato dalla previsione costituzionale alle decisioni del Consiglio di Stato sia alla base di una doppia nomofilachia che, nell’attuale contesto normativo, non può dirsi esente da talune criticità. Contestualmente, si segnalano le possibili ripercussioni del suddetto trattamento differenziato sulla garanzia del doppio grado di giudizio.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/6

Traiettorie concettuali per una rilettura delle relazioni organizzative nell’amministrazione complessa

Filippo D’Angelo 

Del procedimento amministrativo si è soliti discorrere in due distinte, ma tutto sommato limitrofe, prospettive d’indagine: come fattispecie a formazione progressiva secondo una concezione di carattere formale; come luogo in cui si svolge, dal lato sostanziale, il potere pubblico in rapporto alle pretese dei privati. Ad esse corrispondono due visioni classiche del fenomeno procedimentale nella dogmatica di diritto amministrativo. Vi è però un terza via per inquadrare il procedimento amministrativo in genere poco battuta e non sempre lumeggiata in ambito scientifico: la dimensione organizzativa. Il saggio muove esattamente in questa direzione e tenta di offrire una (nuova) definizione del procedimento amministrativo come figura di organizzazione; e lo fa prendendo a modello alcuni procedimenti di coamministrazione dell’Unione europea ed esaminando i variegati intrecci tra le competenze degli enti pubblici contitolari della funzione che assumono la consistenza di autentiche relazioni intersoggettive di tipo organizzatorio. L’occasione è quella di riflettere sulla fisionomia delle relazioni organizzative nell’amministrazione contemporanea, sul loro ruolo, sulla loro finalità, ma soprattutto sul loro legame inscindibile col procedimento amministrativo.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/7

L’amministrazione Condivisa: Note Sparse Su Co-Progettazione Ed Enti Del Terzo Settore

Clara Napolitano 

Il contributo mira a rileggere i rapporti tra Enti del Terzo Settore e pubblica Amministrazione in chiave pubblicistica. Pur essendo enti formalmente privati, questi soggetti esercitano invero funzioni amministrative condivise con la p.A.: ciò rende necessario assicurarne la terzietà e l’imparzialità, perché possano avere rapporti privilegiati con l’apparato pubblico in ragione dell’interesse generale.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/8

In principio sono i diritti. Considerazioni a margine della tutela cautelare nel processo amministrativo

Gianmarco Poli 

Il saggio si propone di indagare la coerenza dell’attuale sistema di giustizia cautelare, come sancito nel c.p.a., con le norme costituzionali sulla tutela dei diritti di cittadini e le più recenti acquisizioni teoriche sull’oggetto del processo amministrativo, sospinte dalle novità legislative che stanno ridisegnando il rapporto tra cittadino e amministrazione. L’analisi, condotta attraverso gli orientamenti giurisprudenziali e le norme codicistiche, ha evidenziato la persistenza di uno iato tra la tutela cautelare somministrata dal g.a. e il modello ottimale di anticipazione della tutela dei diritti individuali prefigurato dalla Costituzione, suggerendo dei correttivi tesi a riportare la giustizia cautelare amministrativa in asse con il sistema.

DOI: 10.13134/979-12-5977-117-9/9

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