Abstract
Il momento dell’avvio di un’attività economica rappresenta lo snodo critico, il punto chiave del rapporto tra Stato e impresa e dell’interazione tra poteri amministrativi di controllo e autonomia imprenditoriale. La regolazione di questa fase da parte del legislatore e, in fase di attuazione, il condizionamento di essa da parte delle amministrazioni, incidono notevolmente su una pluralità di interessi, sia individuali, sia di rilevanza generale. Per l’ordinamento, la facilità di ‘fare impresa’ e in particolare, quella di avviare un’attività economica è di rilevante interesse in quanto elemento che incide sugli investimenti e sullo sviluppo economico del Paese. Dal punto di vista dell’impresa, la disciplina dell’avvio dell’attività economica, in quanto idonea a conformare e condizionare la futura esistenza dell’impresa, è determinante nel configurare l’ampiezza dell’autonomia privata nel perseguimento dei fini individuali, in primis quello lucrativo. La configurazione che assume la disciplina dell’accesso, infine, è rilevante anche per le imprese già presenti sul mercato, che potrebbero ricevere dalle norme pubblicistiche una protezione diretta o indiretta dalla concorrenza, e che in ogni caso, hanno un interesse qualificato a che su quel mercato operino solo soggetti che rispettino i requisiti richiesti dalla legge. Non è un caso quindi, che la fase dell’accesso al mercato costituisca l’oggetto privilegiato della disciplina pubblicistica delle imprese e che la scienza giuridica vi abbia dedicato numerose e approfondite ricerche. Ma come si configura oggi questa regolazione? Come si atteggia oggi la libertà di iniziativa economica, quale situazione giuridica soggettiva individuale tutelata dalla costituzione economica italiana ed europea, nei confronti dei numerosi condizionamenti pubblicistici in entrata tuttora esistenti? Il rapporto tra imprese e pubblici poteri che caratteristiche ha e come ha inciso su di esso la recente crisi economia e finanziaria? Per rispondere a queste domande, nel volume sono analizzati, attraverso lo studio della normativa e della giurisprudenza, i condizionamenti pubblici all’iniziativa economica privata in alcuni settori considerati rappresentativi dei rapporti tra Stato ed economia, quali quello delle attività produttive (industria, servizi e agricoltura), quello della distribuzione commerciale con specifico riferimento al commercio al dettaglio, alle farmacie e ai distributori di carburante e, infine, il settore creditizio. Lo studio affianca al dato normativo, che pur si è detto centrale, quello giurisprudenziale.