L’esistenzialismo non è un umanismo. Un confronto tra Sartre e Heidegger attraverso la lettura di Franco Fergnani
Cristiano Vidali
The figure of Sartre has long been considered an uncomfortable presence in the phenomenological tradition, accusing him of misinterpretations and eventually dismissing his analyses as unreliable; a dismissal to which one of the authors who most inspired him, Martin Heidegger, contributed, who in his well-known Letter on Humanism distanced himself from Sartrean existentialism, labelling it as incompatible with his own thought. The purpose of this paper is to critically consider such a debate, drawing on the contribution of one of Sartre’s greatest Italian interpreters, Franco Fergnani, so as to show how the French philosopher had assimilated the ideas of Being and Time in a much deeper way than critics have often acknowledged. To this end, after a biographical introduction to the figure of Fergnani and his interpretation of Sartre’s thought, we will directly examine Heidegger’s statements in the Letter on Humanism and attempt to denounce the unfairness of his criticism. In this sense, taking up Fergnani’s claim that Sartre is not only influenced by Heidegger, but also one of the most accomplished and mature heirs of the turning point inaugurated with Being and Time, we will insist on how the notion at the centre of Sartre’s philosophy is that of “existence” and not that of “humanity”, thus relativizing the anthropological issue on behalf of the ontological one. The discussion on the question of humanism will therefore be the opportunity for a broader examination of the philosophical stakes in Sartre’s thinking, differentiating existentialism as a cultural movement with a definite duration from the aspects of a philosophy of existence capable of surviving the historical moment in which it arose and worthy of being recovered still today.
La figura di Sartre è stata a lungo considerata una presenza scomoda nella tradizione fenomenologica, che lo ha accusato di interpretazioni errate e ha finito per liquidare le sue analisi come inattendibili; un allontanamento a cui ha contribuito uno degli autori che più lo hanno ispirato, Martin Heidegger, che nella sua nota Lettera sull'umanesimo ha preso le distanze dall'esistenzialismo sartriano, etichettandolo come incompatibile con il proprio pensiero. Il presente lavoro si propone di considerare criticamente tale dibattito, avvalendosi del contributo di uno dei maggiori interpreti italiani di Sartre, Franco Fergnani, al fine di mostrare come il filosofo francese abbia assimilato le idee di Essere e tempo in modo molto più profondo di quanto la critica abbia spesso riconosciuto. A tal fine, dopo un'introduzione biografica alla figura di Fergnani e alla sua interpretazione del pensiero di Sartre, esamineremo direttamente le affermazioni di Heidegger nella Lettera sull'Umanesimo e cercheremo di denunciare l'ingiustizia delle sue critiche. In questo senso, riprendendo l'affermazione di Fergnani secondo cui Sartre non è solo influenzato da Heidegger, ma anche uno degli eredi più compiuti e maturi della svolta inaugurata con Essere e tempo, insisteremo su come la nozione al centro della filosofia di Sartre sia quella di "esistenza" e non quella di "umanità", relativizzando così la questione antropologica a favore di quella ontologica. La discussione sulla questione dell'umanesimo sarà quindi l'occasione per un esame più ampio della posta in gioco filosofica del pensiero di Sartre, differenziando l'esistenzialismo come movimento culturale di durata definita dagli aspetti di una filosofia dell'esistenza capace di sopravvivere al momento storico in cui è sorta e degna di essere recuperata ancora oggi.
DOI: 10.13134/1970-7983/2023/8