Abstract
Nel 1946, in uno dei periodi più fertili della sua produzione, all’apice del successo del suo esistenzialismo, Jean-Paul Sartre pubblica Réflexions sur la question juive. Un saggio polemico, graffiante, incisivo, che affronta la questione ebraica a partire dall’antisemitismo: per Sartre è chi odia l’ebreo che ha creato l’ebreo. Perfettamente in linea con la sua radicale nozione di responsabilità, Sartre non si concentra sulla condanna della Germania, ma su un’analisi spietata di come l’antisemitismo sia contemporaneamente una condotta individuale e un’atmosfera che si è respirata in ogni angolo d’Europa, ben prima e in modo ben più esteso della tragedia dell’Olocausto. Oltre a rompere dei tabù (la Shoah non si può diluire nel numero generico delle vittime della Seconda Guerra Mondiale) e a invitare ognuno a interrogarsi sulle proprie modalità esistenziali di incontro con l’Altro, in questo testo Sartre inaugura la sua profonda riflessione sui pregiudizi razziali. A queste tematiche, che hanno ovviamente un’importante ricaduta anche per comprendere e analizzare la drammatica situazione contemporanea, è dedicato la sezione monografica del presente numero di Studi Sartriani, a cui si aggiunge la sezione “Dialoghi e varie” e quella sulle Recensioni.
In 1946, during one of the most fertile periods of his production and at the height of the success of his existentialism, Jean-Paul Sartre published Réflexions sur la question juive. This is a polemical, biting, and incisive essay which deals with the Jewish question by starting with anti-Semitism: for Sartre it is those who hate the Jew who created the Jew. Perfectly in line with his radical notion of responsibility, Sartre focuses not on the condemnation of Germany, but on a ruthless analysis of how anti-Semitism is simultaneously an individual conduct and an atmosphere that has been felt in every corner of Europe, well before and far beyond the tragedy of the Holocaust. In addition to breaking taboos (the Shoah cannot be diluted into the generic number of victims of World War II) and inviting everyone to question their own existential ways of encountering the Other, Sartre inaugurates his profound reflection on racial prejudices in this text. The current issue of Studi Sartriani will be devoted to these questions, which obviously also have an important bearing on understanding and analyzing the dramatic contemporary situation, in addition to the “Dialogues” section and the Reviews section.